Libero: “Siamo noi a pagare la polizza vita alla Casta”

Pubblicato il 19 Aprile 2012 - 13:29 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Una superpolizza assicurativa per gli onorevoli che al 50% viene pagata dalle amministrazioni di appartenenza (Camera e Senato) e quindi da tutti gli italiani, e per la restante metà è a carico dei diretti interessati grazie a un piccolo contributo versato a un fondo di solidarietà”. La “denuncia” è quella di Franco Bechis in un pezzo dal titolo: “Paghiamo la polizza vita della Casta”.

E in effetti proprio in questi giorni il Senato sta aspettando offerte per una polizza che assicuri infortuni e danni per tutti gli eletti e i dipendenti. Sul proprio sito ha pubblicato un bando rivolto a imprese assicurative di primissimo piano (la raccolta danni minima richiesta è di 450 milioni nell’ultimo triennio) pronte a partire su una base d’asta triennale da 6,3 milioni di euro. Secondo i contratti messi on line dai radicali alla Camera infatti esisteva un contratto assicurativo vita e danni con Ina Assitalia del valore annuo di 2,3 milioni di euro.

Al Senato invece, come riporta Libero, il pacchetto assicurativo era fornito da Fondiaria Sai per 2,9 milioni di euro annuo. Le Generali fino al 2011 avevano solo un contrattino Rc auto da 4.917,5 euro all’anno per assicurare due Lancia Thesis blindate e una ambulanza tutte di proprietà di palazzo Madama. Il premio annuo per la polizza vita dei senatori ammonta a circa 4.500 euro, quella dei deputati costa meno: circa 3mila euro all’anno, visto che sono più giovani e hanno minore rischio vita da affrontare.

Nel dettaglio poi Bechis spiega i numeri e i modi di versamento: Metà di quella spesa che vale per i 315 senatori eletti, ma anche per quelli a vita è pagata dall’amministrazione. La restante parte è messa dal fondo di solidarietà di deputati e senatori. Quest’ultimo viene alimentato da due versamenti mensili che fanno tutti gli eletti al Parlamento: una quota di 526,66 euro che serve alla assistenza sanitaria integrativa e una quota di 784,14 euro messa da parte per avere l’assegno di fine mandato che dovrà aiutarli nel reinserimento nella vita lavorativa normale. L’assegno di fine mandato è pari all’80% dell’indennità mensile lorda percepita moltiplicata per il numero di anni di legislatura fatta. Si aggira dunque fra 40 e 50 mila euro alla fine della legislatura.