Libia, i dubbi di Famiglia Cristiana: “Azione umanitaria o guerra?”

Pubblicato il 22 Marzo 2011 - 15:07 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”E’ una guerra o un’azione umanitaria?”. E’ l’interrogativo che sulle operazioni in Libia si pone Famiglia Cristiana, che solleva anche altri questioni: ”Chi comanda davvero nella coalizione non si sa”, scrive il settimanale dei Paolini nella sua edizione online, mentre ”in Italia assistiamo a una stupefacente inversione di ruoli”, con ”una sinistra che approva le bombe e una destra che le deplora”.

”Facciamo parte di una forza che bombarda e mitraglia, ma non siamo in guerra”, rileva l’editorialista Giorgio Vecchiato, mentre ”chi comandi questa azione umanitaria nessuno ancora lo sa”.

Parlando di un presidente del Consiglio ”visibilmente imbarazzato” nei vertici internazionali, Famiglia Cristiana rileva che ”per giorni, anche mettendo in conto i malumori leghisti, si è avuta netta la sensazione che a Roma ci fossero due opposte linee di governo: una gladiatoria, con ministri che secondo Umberto Bossi ‘parlavano a vanvera’, e un’altra che non vedeva con alcun favore il ricorso alle armi”.

A proposito, poi, del ”clamoroso ripensamento”, evidenziato prima dal ministro degli Esteri Franco Frattini e poi dal premier Silvio Berlusconi, si dire ”o comando unificato in ambito Nato o niente più basi”, il settimanale cattolico commenta: ”Ben fatto, dall’uno come dall’altro, ma parecchio in ritardo”. ”Solo vistosi buchi nella politica estera, e nell’arte della diplomazia – aggiunge -, possono far diventare nero ciò che fino al giorno prima era bianco, anzi luminoso”.

Famiglia Cristiana non manca di rilevare, in tema di ”valutazioni etiche che investono in primo luogo il mondo cattolico”, il fatto che ”sono in aumento le voci di chi rifiuta l’identificazione fra l’azione bellica e la missione di pace”. ”Ben altri dovrebbero essere metodi e obiettivi – conclude -. A dirlo sono in tanti. Rimane da vedere se contano qualcosa”.