Libia, Maroni: “Serve la diplomazia o il rischio è il fondamentalismo”

Pubblicato il 5 Marzo 2011 - 10:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’11 marzo nel vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue ”torneremo a chiedere che tutti i Paesi europei affianchino l’Italia nell’impegno umanitario e lavorino per fare in modo che la transizione in Maghreb possa avvenire attraverso un processo scevro dalla contaminazione del fondamentalismo islamico”.

Lo afferma, in una intervista al quotidiano La Padania, il ministro dell’Interno Roberto Maroni, sottolineando che l’Italia si è mossa ”senza aspettare il ‘plantigrado’ dell’Europa” perché ”siamo di fronte a una vera emergenza”.

Roberto Maroni

Arginare la minaccia del fondamentalismo, per Maroni si può ottenere ”promettendo aiuti e non minacciando interventi militari, come invece purtroppo è stato. Il ricorso alla forza o la sua continua minaccia è solo un regalo alla propaganda degli estremisti musulmani che così  possono accreditarsi come ‘amici’ ”.

Maroni spera che l’Ue riesca a varare un Piano Marshall allo scopo di accompagnare ”la transizione verso un sistema sociale e politico ed ecomomico che non sia ostile all’Europa”. E’ convinzione del titolare del Viminale, infatti, che ”se nascono i califfati, gli emirati, i sultanati di impronta saudita o di matrice islamica, rischiamo davvero che la situazione peggiori ulteriormente”. In un contesto simile ”è facile ritenere che altri Paesi come Algeria e Marocco possano infiammarsi, innescando un effetto domino incontrollabile”.

Quanto all’Iran, è ”evidente” da parte di Teheran ”il tentativo di accreditarsi per il ‘dopo’ ” ma ”non è vero” quanto dichiarato in quel senso dall’ayatollah Ahmad Khatami, che vanta per l’Iran il merito di aver ispirato le rivolte.