Libia, Napolitano accetta i bombardamenti: “E’ lo sviluppo degli impegni già presi”

Pubblicato il 26 Aprile 2011 - 12:35 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano

ROMA – ”L’ulteriore impegno dell’Italia in Libia annunciato lunedì sera dal presidente del Consiglio Berlusconi costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall’Italia a metà marzo, secondo la linea fissata nel Consiglio supremo di Difesa da me presieduto e quindi confortata da ampio consenso in Parlamento”, ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sostenendo con queste parole la decisione dell’Italia di partecipare a bombardamenti in territorio libico. Napolitano ha fatto riferimento al ”piano di interventi della coalizione postasi sotto la guida della Nato”.

Napolitano lo ha detto prendendo la parola all’incontro con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche Partigiane e d’Arma. ”I drammatici eventi che accadono intorno a noi e le profonde ripercussioni che hanno sul nostro stesso Paese e presumibilmente ancor piu’ avranno sul suo futuro – ha detto – ci inducono a guardare al 25 aprile 1945 in una prospettiva piu’ ampia ed attuale. Siamo dinanzi a un nuovo prorompere delle istanze di liberta’ e di giustizia in regioni a noi vicine e comunque importanti per le sorti della comunita’ internazionale, dall’Africa al Medio Oriente. Sono improvvisamente insorti e tendono a svilupparsi moti di ribellione contro regimi oppressivi e dittature personali, con il loro contorno di privilegi e corruzione.

Si rivendica in sostanza, anche sfidando sanguinose repressioni, il rispetto di quei diritti che le Nazioni Unite sancirono come universali nella solenne Dichiarazione del 1948 e che anche nel mondo diviso in blocchi si riusci’ a riaffermare nell’Atto di Helsinki del 1975, destinato a divenire una delle leve essenziali per l’esplodere delle rivoluzioni democratiche nei paesi dell’Europa centro-orientale”. ”Oggi – ha aggiunto – ci interroghiamo, in Europa e in tutto l’Occidente, sulla possibilita’ di rivoluzioni o evoluzioni democratiche nel mondo arabo, fatto senza precedenti e carico di potenzialita’ straordinarie. E le previsioni non sono facili, ne’ e’ semplice il compito che puo’ spettare a paesi come il nostro. Ma ciò non toglie che sentiamo, in particolare, noi italiani, nel ricordo delle lotte di liberazione e del 25 aprile, di non poter restare indifferenti di fronte al rischio che vengano brutalmente soffocati movimenti comunque caratterizzati da una profonda carica liberatoria. Non potevamo restare indifferenti alla sanguinaria reazione del colonnello Gheddafi in Libia”. ”Ancora una volta – ha concluso – i Comandi e vari comparti delle nostre forze armate sono chiamati a fare la loro parte con la professionalita’ e la dedizione che li distinguono”.