Liliana Segre, le “scrivono” 200 fascisti al giorno. Ci vogliono i Carabinieri

di Lucio Fero
Pubblicato il 7 Novembre 2019 - 09:15 OLTRE 6 MESI FA
Liliana Segre, le "scrivono" 200 fascisti o sedicenti tali al giorno. Ci vogliono i Carabinieri

Liliana Segre in una foto d’archivio Ansa

ROMA – Liliana Segre: un nome e cognome che calamita e raccoglie in un grande fascio moltitudini di fascisti contemporanei, più o meno consapevoli di essere tali. Liliana Segre, un indirizzo che è come miele per sciami di italiani che non ce la fanno, non si tengono, hanno una gran voglia di dire che non sopportano lei e ciò che rappresenta.

Voglia incontenibile e costante, massiccia nelle dimensioni, ostinata nella decisione, impermeabile alle obiezioni. Voglia determinata, convinta. Oltre che voglia, bisogno di demolire, irridere, offendere Liliana Segre ma soprattutto di far sapere a se stessi e ai propri simili che di ebrei, Olocausto, nazismo, lager di sterminio, fascismo interessa poco o nulla. Più nulla che poco. Per i molti che sentono il bisogno di colpire via social Liliana Segre questa donna scampata al campo di sterminio è solo e soprattutto una della odiata Casta, la perfida Casta Democratica per di più.

Liliana Segre, le “scrivono” via social in media duecento fascisti al giorno. Duecento, tale è la media degli attacchi e minacce postate via social con obiettivo e bersaglio Liliana Segre. Minacce e disprezzo. Chi scrive non tollera che sia senatrice a vita, lo considera indebito privilegio e un riconoscimento poi di cosa? Della persecuzione nazista sulle sue carni? Molto più orrore desta tra gli scriventi la supposta entità dello stipendio da senatrice.

Chi scrive non tollera sia senatrice a vita e non ce la fa a non dire che è un privilegio da…ebrea. Nei duecento messaggi al giorno c’è una trama quasi comune a tutti: quella che vuole gli ebrei potere forte alla guida occulta del mondo. Gli ebrei che controllano il potere e i soldi a danno dei non ebrei. Pura teoria della razza, Mein Kampf pari pari anche se probabilmente gli scriventi non l’hanno mai letto. Ma questo è e descriverlo altrimenti non è saggio lenimento, è far finta di non vedere.

Chi scrive a Liliana Segre talvolta, non di rado, si spinge fino a suggerire che poi tutta questa storia dell’Olocausto…Chi scrive a Liliana Segre minacciando in ogni modo non ha ovviamente in animo di passare dalle parole ai fatti. Ma farebbe volentieri da pubblico complice se qualcuno lo facesse di passare ai fatti. L’odio, il bisogno di odio che deborda dai post anti Liliana Segre è più grande e più profondo perfino del bersaglio: la senatrice a vita ebrea che ha voluto una Commissione parlamentare che controlli e monitori il livello montante del razzismo e antisemitismo in Italia. Un bisogno d’odio che è ormai cultura e prassi. Un bisogno di odiare che è il motore di scelte economiche e politiche, un bisogno di odio nel quale sta mutando parte consistente della cosiddetta società del rancore.

A Liliana Segre nelle occasioni pubbliche verrà dunque assegnata scorta e protezione dei Carabinieri. Non c’è dubbio che qualcuno dirà: quanto ci costa? Già, quanto costa, non in denaro, dover far scortare dai carabinieri una che Hitler non è riuscito ad eliminare nei campi. Quanto costa in termini di retrocessione civile, morale e storica dover far scortare dai Carabinieri un’ebrea altrimenti c’è chi le rimetterebbe la stella sugli abiti?