P3, l’indagato Verdini si difende in diretta: “Non ho mai saputo niente”e

Pubblicato il 28 Luglio 2010 - 15:16 OLTRE 6 MESI FA

”Cacciare i finiani? Se uno non si trova bene e ritiene che le cose non funzionino nonostante i risultati e’ una sua decisione – aggiunge Verdini – Quando non si perde mai e manca una opposizione vera e reale l’opposizione nasce all’interno della maggioranza. E’ una cosa che non puo’ durare all’infinito, perche’ impedisce la realizzazione del programma, e quindi serve un chiarimento. La situazione e’ molto difficile ed e’ una roba incomprensibile per gli elettori”.

Mancino ha votato Marra? Nessuno dice niente. Poi la stoccata al vice presidente del Csm, Nicola Mancino: ”Tutti stanno zitti – dice Verdini – pur sapendo che Mancino ha votato Marra. Dice di averlo fatto in buona fede, gli crediamo, ma mi sembra troppo che faccia poi anche l’epuratore. Mi sembra assurdo tutto questo silenzio su di lui mentre si parla solo di me”.

“Non mi dimetto da coordinatore”. “Non capisco perché dovrei dimettermi – afferma poi Verdini ai giornalisti – da coordinatore del Pdl. Della P3 non so di cosa si tratta, non mi riguarda, non vedo argomentazioni che mi inducano a dimettermi”.

“Se sono qui è perché penso che la legalità sia un fatto straordinario. Ma non ha sfaccettature, ce ne è una sola. Non penso che gli italiani non possono dividersi sulla questione della legalità. Quello che non accetto è che qualcuno faccia il vergine e dall’altra parte veda solo prostitute. Il partito degli onesti non credo che possa essere fatto”.

“Strumentalizzazioni sono fatto politico”. ”Lo ha detto Berlusconi sdrammatizzando – continua il coordinatore del Pdl – ed io come faccio a non ripeterlo che siamo al ridicolo perche’ devo tapparmi le orecchie e nemmeno con una pistola alla tempia potrei credere che queste persone sono la P3. Qualcuno vuole fare strumentalizzazioni ma questa non e’ una cosa giudiziaria ma diventa politica”.

”Dovrebbe essere portato all’attenzione il rapporto tra politica e magistratura – dice – C’e’ un circuito mediatico-giudiziario che fa spavento a cui gli elettori del Pdl sono abituati. C’è qualcuno  che vuole cambiare il governo senza andare alle elezioni. Ma gli elettori del Pdl sono smaliziati e abituati a queste congiure. Sempre qualcuno vuole delegittimarci ma poi vinciamo sempre le elezioni”.

Il commissariamento del Credito Cooperativo Fiorentino ”e’ un atto dovuto – dice poi Verdini  – E’ un fatto ordinario e rientra tra le facolta’ del ministro Tremonti”.

“Ho investito 4 milioni di euro sul Giornale di Toscana. Ma sono molti di più di quelli che mi vengono contestati e li ho presi da vari investimenti”. Poi su Carboni dice: “Lo conosco dal maggio del 2009 e sapevo che era stato assolto dall’omicidio Calvi. Ma affari io con lui non ne ho fatti. Il Giornale di Toscana ha fatto un aumento di capitale ma con i miei soldi. Per il resto non ho mai sentito parlare nè di eolico, nè di società, di siti, di terreni”. E poi: “Ma lo sapete che Carboni era socio del Gruppo Espresso? Eh, facciamo un peso e una misura. Se uno è un demonio, è un demonio sempre. Io voglio essere giudicato dagli elettori”.

Velenosa al termine della dichiarazione spontanea ai giornalisti la postilla sull’incontro con Carboni e Dell’Utri: “Quando con questi commensali ci si è seduto il principe Caracciolo nessuno ha avuto da ridire sull’opportunità di tale frequentazione. Mi aspetterei lo stesso metro di giudizio”.