Impresentabili in lista: Pd toglie, Pdl tiene

Pubblicato il 18 Gennaio 2013 - 20:55 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ce l’ho, manca. Chi? L’impresentabile in lista, l’inquisito, quello che le liste elettorali (e con loro i partiti) li macchia con il suo nome e la sua presenza. E in questi giorni in cui le liste vengono compilate l’atteggiamento dei due principali partiti è discordante: il Pd toglie, il Pdl invece tiene.

Sull’altare delle liste pulite il Pd ha preferito scaricare, dopo apposita riunione, alcuni nomi noti soprattutto al Sud. “In base a un criterio di opportunità – si legge nel comunicato finale – (la commissione di garanzia del Pd, ndr)  ha deciso di non includere nelle liste elettorali le candidature di Mirello Crisafulli di Enna e Antonio Papania di Trapani. La Commissione ha inoltre considerata decaduta la deroga concessa dal Comitato elettorale nazionale a Nicola Caputo di Caserta”.

La questione di “opportunità” circa alcuni nomi da mettere in lista se l’è posta anche il Pdl e Berlusconi stesso ha detto recentemente: “No ai condannati in lista. Per gli altri deciderà una commissione”. Ma se Berlusconi per primo è imputato in 3 processi giunti quasi a sentenza, Ruby, Mediaset e Unipol, perché gli altri dovrebbero sacrificarsi? Sarà allora per una questione di pari opportunità che il partito assorbe in lista inquisiti e non, soprattutto nomi noti del Pdl.

Entrano in lista Nicola Cosentino e Marcello Dell’Utri. Ripescaggio tocca anche Marco Milanese imputato a Roma per finanziamento illecito nell’ambito del processo sugli appalti Enav e indagato a Milano per corruzione nell’inchiesta sul presidente di Bpm, Ponzellini. Claudio Scajola, tuttora sotto inchiesta per la casa al Colosseo. Luigi Cesaro, soprannominato “Gigino a purpetta” esponente Pdl indagato per camorra. Amedeo Laboccetta, indagato per favoreggiamento nell’inchiesta su Corallo. Denis Verdini che fa le liste del Pdl ma è indagato per gli appalti G8, false fatture, associazione.

Attenzione, il criterio non è un generico: tutti dentro. Lo spiega l’ex ministro della Giustizia Nitto Palma: “Abbiamo letto le carte processuali di Cosentino – si è giustificato il commissario campano, Nitto Palma – e vi è un impianto accusatorio non accettabile”. E’ chiaro che si valuterà ”caso per caso’‘ la situazione dei vari inquisiti, aggiunge Palma, ma ”se non troveremo elementi di supporto” ad un eventuale rifiuto della candidatura, “assumeremo la relativa decisione assumendocene le responsabilità”.