Il Quirinale: “Le tesi del Giornale sul lodo Alfano sono ridicolmente calunniose”

Pubblicato il 7 Luglio 2010 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano

L’alterazione della presidenza della Repubblica è evidente: una macchinazione, per giunta calunniosa, è quella proposta dal Giornale oggi in prima pagina. Il condirettore Alessandro Sallusti si chiede infatti quali siano le”grane” di Napolitano che il Pd vuole mascherare presentando un emendamento che rafforza lo scudo giudiziario per il presidente della Repubblica.

Nella nota diramata dal Quirinale si legge che Il Giornale (”dopo che gia’ ieri ‘Il Fatto Quotidiano era intervenuto ambiguamente sull’argomento”) ha tratto spunto dalla presentazione di un emendamento al lodo Alfano ”per un sensazionalistico titolo e articolo di prima pagina, destituiti di qualsiasi fondamento, la cui natura ridicolmente ma provocatoriamente calunniosa nei confronti del Presidente della Repubblica non può essere dissimulata da qualche accorgimento ipocrita: la Presidenza non può non rilevarne la gravità”.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha ”nessun motivo, né personale né istituzionale, per sollecitare innovazioni alla normativa vigente, quale è sancita dalla Costituzione, sulle prerogative del Capo dello Stato”: continua la nota.

”La Presidenza della Repubblica resta sempre rigorosamente estranea alla discussione, nell’una o nell’altra Camera, di proposte di legge d’iniziativa parlamentare, la cui presentazione non deve (a differenza dei disegni di legge d’iniziativa governativa, ai sensi dell’art. 87 della Costituzione) essere neppure autorizzata dal Capo dello Stato. Ciò – sottolinea la nota – vale anche per la proposta di legge costituzionale (a firma del senatore Gasparri ed altri, recante disciplina dei processi nei confronti delle alte cariche dello Stato) attualmente in discussione alla prima Commissione del Senato della Repubblica e per qualsiasi emendamento presentato in quella sede”.

La polemica nasce dall’articolo d’apertura con cui il Giornale è oggi in edicola. “Ma che cosa ha combinato Napolitano?” si chiede oggi in prima pagina il condirettore Alessandro Sallusti. La notizia era stata anticipata ieri dal fatto Quotidiano: il Pd ha presentato (e poi ritirato) un emendamento che allarga lo scudo per il presidente della Repubblica nell’ambito del disegno di legge chiamato Lodo Alfano. E il Giornale oggi si chiede da quali guai giudiziari il Partito Democratico voglia proteggere Giorgio Napolitano. Facendo supposizioni, però, perchè al momento non ci sono notizie su un eventuale coinvolgimento del Presidente della Repubblica in indagini giudiziarie.

Cosa c’è dietro l’emendamento del Pd? Si chiede Sallusti. Forse ” voler salvare, praticamente di nascosto, Napolitano da qualcosa di terribile che gli potrebbe capitare addosso. Già ma che cosa?”. Si chiede il giornalista lanciando sospetti e nessuna accusa precisa all’inquilino del Quirinale, secondo il principio che: “Nulla, soprattutto nel mondo del potere, accade per caso”.

Secondo l’articolo 90 della Costituzione il presidente della Repubblica “non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o attentato alla Costituzione”, casi in cui il presidente viene messo in stato d’accusa dal parlamento riunito in seduta comune ed eventualmente giudicato dalla Corte Costituzionale. L’emendamento del Pd (poi ritirato) prevedeva che il presidente della Repubblica “durante il suo mandato non può essere perseguito per violazioni alla legge penale”.

Il direttore del Giornale, Vittorio Feltri, è intervenuto sulla vicenda difendendo l’articolo: ”Io credo che il Presidente delle Repubblica non debba chiedere spiegazioni a noi”.

”Noi – ha sottolineato Feltri – ci siamo limitati a chiosare la notizia, quindi Napolitano dovrebbe chiedere spiegazioni a coloro i quali hanno presentato l’emendamento e l’hanno ritirato subito dopo che Il Fatto Quotidiano ha reso nota la vicenda”.