Lombardia, Lega: “Asilo, casa e bonus solo a stranieri in Italia da 15 anni”

Pubblicato il 19 Aprile 2013 - 12:14| Aggiornato il 31 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – I fondi per case popolari, asili nido e bonus bebè e scuola in Lombardia sono pochi. Per questo motivo Fabrizio Cecchetti, della Lega Nord, ha dichiarato che servono dei criteri di selezioni per erogare le limitate risorse. I bonus andranno in primis agli italiani, poi agli stranieri residenti in Italia da minimo 15 anni e, se qualcosa avanzerà, agli altri stranieri. Il tetto di risorse destinate agli “ultimi arrivati” sarà quindi del 5%, spiega il Corriere della Sera.

Cecchetti ha spiegato al consiglio regionale della Lombardia: “Considerato il periodo di forte crisi economica la necessità di migliorare la gestione delle risorse finanziarie disponibili, riteniamo doveroso intervenire in questo senso”. Per questo motivo in consiglio sono stati proposti tre progetti di legge, scrive Andrea Senesi sul Corriere della Sera:

I primi due introducono il termine temporale di quindici anni di residenza («continuativa») sul territorio regionale per «i benefici in materia di diritto allo studio e dei servizi in ambito sociale e sociosanitario». Per ottenere, appunto, la precedenza nelle graduatorie degli asili nido. La terza proposta riguarda invece l’accesso all’edilizia residenziale pubblica: oltre ad alzare gli anni di residenza necessari da 5 a 15, la legge riserverebbe una quota massima del 5% per assegnazione degli alloggi Aler agli extracomunitari”.

Cecchetti ha spiegato al Corriere della Sera:

“In questo modo si andrà a riequilibrare una situazione assurda che fino ad oggi ha visto premiare gli ultimi arrivati a scapito di chi risiede da sempre in Lombardia e si trova paradossalmente scavalcato in graduatoria» E Roberto Maroni? Il neogovernatore è informato dei progetti firmati dal suo gruppo? «Lui ne aveva già parlato in campagna elettorale come di una possibilità. Si tratta di una proposta, beninteso. E come tale rivedibile e modificabile», dice il firmatario”.

Intanto Paola Bulbarelli, assessore alla Casa del Pdl, non si sbilancia sulle proposte avanzate da Cecchetti:

“Valuteremo passo passo. Ora è prematuro parlarne, perché la priorità per noi è cambiare il volto delle Aler lombarde. Dobbiamo commissariare i cda delle 13 aziende provinciali e poi arrivare alla riforma che prevede la riduzione del numero delle sedi e la cancellazione di tanti posti nei cda. Poi ragioneremo anche sui nuovi criteri di assegnazione degli alloggi. A 360 gradi”.

Alessandro Alfieri, del Pd, ha commentato con toni negativi le proposte di legge, scrive il Corriere della Sera:

“La Lega torna ad imbracciare la sterile ideologia, questa volta in modo indecente, perché colpisce anche i bambini. La proposta discrimina la gran parte delle persone che hanno deciso di stabilirsi in Lombardia, pagano le tasse e rispettano le leggi, siano essi cittadini italiani, europei e in particolare se extracomunitari. Per loro e per i loro figli niente posto in asilo nido e nessun diritto ai contributi per il diritto allo studio. Esclusi anche i concittadini della cosiddetta macroregione tanto cara a Roberto Maroni. La Lega lasci perdere la propaganda e si concentri sui problemi concreti, come trovare i soldi per anticipare la cassa integrazione a 100 mila lavoratori”.