Lotito, il più giovane candidato premier: “Grillo? Un pagliaccio reazionario”

Pubblicato il 31 Gennaio 2013 - 20:50| Aggiornato il 18 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ‘”Bersani? Espressione coerente dei poteri forti. Berlusconi? Espressione dei ‘suoi’ poteri forti. Monti è un uomo della troika, mentre Grillo è un pagliaccio reazionario”. A dipingere un dissacrante ritratto di questa campagna elettorale è il più giovane aspirante premier: Adriano Lotito, 20 anni, studente di filosofia a Bologna, leader di Alternativa Comunista.

Grillo, spiega Lotito, “rappresenta quel populismo che può svilupparsi solo in presenza di una crisi. Ingroia, invece, ha candidato poliziotti, magistrati, avvocati, missini, e quella sinistra che è sempre stata a rimorchio del centrosinistra e che ora in Ingroia ha trovato il suo guru”.

In un’intervista a ‘Repubblica Tv’, Lotito, che ci tiene a precisare di non essere ”per fortuna” parente del patron della Lazio candidato per il Pdl, dice la sua su come dovrebbe diventare l’Italia: ”Se io diventassi premier – assicura sorridendo – per i poteri forti sarebbe un problema. Noi siamo per la rottura dell’assetto istituzionale. Siamo per il non pagamento del debito, per uscire dalla Nato e dall’Europa. Se noi arrivassimo nei palazzi del potere li apriremmo all’esterno”.

Alla domanda su cosa farebbe se una volta diventato premier lo dovesse chiamare Obama, Lotito risponde: ”Obama? Non credo mi chiamerà mai, anzi manderebbe qualcosa o qualcuno per impedirci di fare queste cose…”. ”Noi – conclude – rivendichiamo cose che sono incompatibili anche con la Carta Costituzionale. Il Trotskismo è un’uscita programmatica da questo sistema…”.

L’obiettivo di ‘Alternativa Comunista’, si legge sul blog, ”è uno solo: dare visibilità a quelle lotte di lavoratori e giovani che, pur disgregate e soffocate dalle burocrazie sindacali e dai partiti della sinistra governista (a partire da Sel e da Rifondazione), comunque si sviluppano anche nel nostro Paese, seppure per adesso con un ritmo nettamente inferiore a quello che vediamo in altri Paesi europei, dalla Spagna alla Grecia”.