Luigi Di Maio: “L’Italia non è un paese neutrale”. M5S di Conte vuole cacciare il ministro e la verità

Di Maio: "L'italia non è un paese neutrale", una verità secondo Storia, Trattati, impegni e schieramenti. Ma M5S di Conte vuole, contro la Nato, la Ue e lo schieramento occidentale, il basta armi a Kiev. E quindi espellere, cacciar via sia Di Maio che la verità, entrambi per "lesa maestà".

di Lucio Fero
Pubblicato il 20 Giugno 2022 - 08:35 OLTRE 6 MESI FA
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Luigi Di Maio: “L’Italia non è un paese neutrale”. M5S di Conte vuole cacciare il ministro e la verità (Luigi Di Maio nella foto Ansa)

A star messa peggio di tutti è l’Italia. Non Luigi Di Maio e neanche Giuseppe Conte e neanche M5S o la maggioranza o il governo. A star messo peggio di tutti è un paese cui tocca a un ministro ricordare la verità della storia, dei trattati e delle alleanze internazionali ed essere tacciato per questo di scandalo, lo scandalo appunto della verità. A star messo peggio di tutti è un paese a cui dignità va rammentata come fosse fastidio e ingombro. 

Non è un paese neutrale

E’ scritto e sottoscritto nell’alleanza militare nella quale da sette decenni l’Italia sta e trova la sua sicurezza: la Nato. E’ scritto e stampato nella storia italiana dal secondo dopoguerra ad oggi. E’ inciso nelle vite di tre generazioni di italiani che hanno vissuto e vivono in un paese protetto da questa alleanza militare. Ma Luigi Di Maio ha osato niente meno che dirlo. Ricordarlo e ricordare che non si può essere neutrali e alleati al tempo stesso, che non si può essere dentro un’alleanza a farsi proteggere e fuori a far da neutrali quando si tratta di proteggere. A ricordare che al sottrarsi all’alleanza avvolgendosi nel manto della neutralità ci si sgancia dalla protezione internazionale e quindi si diminuisce la sicurezza nazionale. Non solo la sicurezza, per quel poco che vale al mercato di molta, troppa politica e molta, troppa pubblica opinione, diminuisce ed evapora anche la dignità di un paese e di una nazione.

Pregiudicando una soluzione diplomatica…

Una bozza di risoluzione per mettere nero su bianco ciò che a Conte, e a quanto di M5S lo segue ed è con lui su questo punto cruciale, piacerebbe il Senato votasse come monito, indicazione e ordine operativo per Draghi. Draghi parla al Parlamento sulla linea di condotta italiana nella guerra d’Ucraina, lui finisce e il Senato gli intima di “non pregiudicare una soluzione diplomatica”. Così nel testo: “Non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, ad ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una deescalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica”. Niente più armi italiane a Kiev dunque, “stante l’attuale quadro bellico in atto”.

Che vuol dire? L’Ucraina non deve difendersi più? Quel che era Ucraina e la Russia si è presa con l’invasione armata non è più Ucraina e gli ucraini se ne facciano una ragione, gli ha detto male? E sperino che quanto di Ucraina ha già preso a Putin basti perché questo è quello che sperano Conte e il suo M5S, che, nessuno sparandogli più contro, Putin si plachi? Niente più armi a Kiev perché se no Putin fa peggio? Armi che “pregiudicano soluzione diplomatica”.

Quale? Senza più resistenza armata all’esercito di Putin di soluzione diplomatica ce n’é una sola: Putin traccia i confini sulla mappa delle sue conquiste territoriali a mano armata. Di diplomatico, se qualcosa c’è, è solo la forma ipocrita con cui si intima agli ucraini la resa.

La Nato sta con l’Ucraina, non è neutrale

Chiamarsi fuori un paese se vuole lo può. Sfilarsi dalle alleanze un paese se vuole lo può. Considerarsi può garantiti e in sicurezza da un patto con Putin che da uno con Washington, Parigi, Londra, Berlino, Madrid una o più forze politiche se lo vogliono possono. E possono governi portare i loro paesi a cambiar schieramento internazionale se vogliono. Ma quello che non si può è stare nella Nato dicendo che noi non ci stiamo. La Nato e i governi degli Usa, della Gb, della Germania, della Francia, del Portogallo, della Spagna, dell’Olanda, del Belgio, della Polonia, della Grecia, della Svezia, della Finlandia, della Norvegia, dei Paesi Baltici, dell’Australia, del Giappone, della Corea del Sud…stanno con l’Ucraina.

La Nato e i governi e i paesi che fanno parte dell’alleanza hanno scelto e deciso di mandare armi all’Ucraina invasa. Ci si può stare o non stare. Ma, se non ci si sta, si tradisce l’alleanza e da essa ci si sgancia e dentro di essa si diventa inaffidabili, clamorosamente inaffidabili. Questo ha detto Di Maio, questo concetto di dignità e sopravvivenza insieme presidia Di Maio. E la più mal messa è l’Italia dove a simile istituzionale, costituzionale, civile ed etico presidio rimane, in minoranza dentro M5S, un uomo dalla storia politica come quella di Di Maio che dalla cultura dell’anti sistema proviene.

Quello che sta peggio è un paese che a suo tempo un po’ si infatuò, fece ola e incenso al premier più fatuo della sua storia, quel Giuseppe Conte che ha oggi accorato orrore delle armi a Kiev e ieri da premier aumentava più di ogni altro la spesa militare, che, unico elle storia d’Italia, ha grottescamente presieduto l’un dopo l’altro governi opposto per composizione e programma. Quel Giuseppe Conte che considera il dire la verità sull’Italia paese non neutrale “fango” contro…Contro chi? Contro l’unica maestà di vero lignaggio: Contro Conte Giuseppe al cui cospetto Nato, Ue, Occidente appaiono trascurabili accessori.