ROMA – Luigi Zingales lascia “Fare per fermare il declino” e se ne va sbattendo la porta. L’addio di Zingales arriva infatti attraverso un duro post su Facebook in cui l’economista accusa il fondatore di Fare, Oscar Giannino, di aver in sostanza “imbrogliato” sul suo curriculum.
Scrive Zingales:
I fatti sono i seguenti. Quattro giorni fa, per caso, ho scoperto che Oscar Giannino ha mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un Master alla mia università anche se non era vero. Anche la sua biografia presso l’Istituto Bruno Leoni ora prontamente rimossa riportava credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false. Questo è un fatto grave, soprattutto per un partito che predica la meritocrazia, la trasparenza, e l’onestà. Ciononostante, il fatto per me ancora più grave è come questo brutto episodio è stato gestito. In una organizzazione che predica meritocrazia, trasparenza, ed onestà, la prima reazione avrebbe dovuta essere una spiegazione di Giannino ai dirigenti del partito, seguita da un chiarimento al pubblico. Invece Oscar si è rifiutato, nonostante io glielo abbia chiesto in ginocchio.
“E’ con una disperazione profonda – scrive Zingales – che ho rassegnato le mie dimissioni da Fare per Fermare il Declino. Dopo aver avvisato i vertici ieri, lo faccio oggi in modo pubblico”. ”Non mi dimetto certo – si legge – perché sono in disaccordo con le proposte di Fare. Sono fiero della campagna elettorale che è stata fatta e ringrazio Oscar Giannino, Michele Boldrin, e tutti quanti per l’enorme sforzo che vi hanno dedicato. Credo fermamente nelle idee che abbiamo portato avanti insieme. Ma ho sempre pensato che anche le idee più sane abbiano bisogno di gambe sane”. ”Ma scegliere persone brave – prosegue l’economista – non basta. Per cambiare l’Italia c’è bisogno anche di rigore nel metodo: onesta’, trasparenza, ed accountability, che significa che tutti, a qualsiasi livello, devono rendere conto agli altri del proprio operato. Purtroppo negli ultimi giorni mi sono reso conto che questi tre principi non sempre si applicano al vertice di Fare. Dopo aver provato, per quattro giorni, a fare di tutto per cambiare le cose, non mi resta che una via di uscita: dimettermi”. Zingales spiega quindi ”i fatti”.
”Quattro giorni fa, per caso, ho scoperto che Oscar Giannino ha mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un Master alla mia università anche se non era vero. Anche la sua biografia presso l’Istituto Bruno Leoni ora prontamente rimossa riportava credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false. Questo e’ un fatto grave, soprattutto per un partito che predica la meritocrazia, la trasparenza, e l’onesta’. Ciononostante, il fatto per me ancora più grave è come questo brutto episodio e’ stato gestito. In una organizzazione che predica meritocrazia, trasparenza, ed onesta’, la prima reazione avrebbe dovuta essere una spiegazione di Giannino ai dirigenti del partito, seguita da un chiarimento al pubblico. Invece Oscar si è rifiutato, nonostante io glielo abbia chiesto in ginocchio”. Non si tratta, spiega il professore, di ”un errore veniale” perché’ ”rompe il rapporto fiduciario tra cittadini e rappresentanti politici”.
Nonostante tutto, si legge ancora nel post, ”’Fare’ rimane la proposta politica migliore in questo momento molto difficile. Per questo voterò Fare. Ma, lo farò turandomi il naso, come il meno peggio”. Zingales conclude con amarezza: ”Anche la Lega e Forza Italia erano cominciate con grandi ideali: guardate come sono finite. Speriamo che a Fare non tocchi la stessa sorte”.
La risposta di Oscar Giannino arriva nel giro di pochi minuti su Facebook. La mia risposta a Luigi Zingales è molto semplice. L’ho data ieri all’Ansa, uscita in rete alle 12.40 . “Mai preso un master a Chicago Booth. Mi hanno detto che in rete c’è una cosa che gira su un mio presunto master alla Chicago Booth. Vorrei chiarire che su questo c’è un equivoco. Io non ho preso master alla Chicago Booth. Sono andato a Chicago a studiare l’inglese. Bastava chiederlo, e avrei risposto. Lo chiarisco perché in rete c’è una cosa che monta. Luigi Zingales insegna alla Chicago Booth, mi è capitato di parlarci, ed è uno dei nostri fondatori. Insegna lì. Io sono stato a Chicago da giovane, a studiare, e non ho preso master alla Chicago Booth”.
Ma il punto è un altro. A Luigi, a quattro giorni dalla fine della campagna elettorale, non è bastata. In effetti, da quanto ho detto a Repubblica si capiva il contrario. Quindi, chiarire era necessario in pubblico, sostiene Luigi. Ed è una piccola prova di quello che Fare riserverà all’Italia. Cominciando da me, come – ripeto – è giusto.
Sono da decenni giornalista, non ho mai usato presunti titoli accademici – che non ho – per carriere che non mi competono. Lavoro da quando sono giovane, sotto gli occhi di tutti. Quanto so l’ho studiato per i fatti miei – vale anche per gli altri titoli che mi vengono attribuiti in rete – continuo a farlo ogni giorno, ed è ciò che dato forza a quel che ho fatto scritto e detto sotto gli occhi di tutti.Ora gambe in spalla, e occupiamoci di raggiungere il risultato che è a portata di mano.
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