M5s, alleanze sì o no? Le 3 possibilità: soli, accordo su punti, alleati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Gennaio 2018 - 11:21 OLTRE 6 MESI FA
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Luigi Di Maio e Beppe Grillo: stessa linea sulle alleanze M5s? (foto Ansa)

PESCARA – Allearsi o non allearsi? Questo sembra il problema principale del Movimento 5 Stelle alla vigilia della kermesse di Pescara in cui sarà finalmente svelata la politica del movimento sui candidati delle prossime elezioni politiche. Luigi Di Maio, candidato premier, in un primo momento sembrava aperto, poi sembra aver sposato la linea Grillo (sostanzialmente, da soli fino alla morte). Alessandro Di Battista è un po’ più possibilista (ha parlato di alleanze su singoli punti). E poi ci sono i nuovi, come Emilio Carelli, che invece dice apertamente: “Non abbiate paura, alleanza non significa per forza compromesso”.

Il dibattito sulle alleanze sembrava in un primo momento vedere il Garante Beppe Grillo e il capo politico Luigi Di Maio piuttosto distanti. E nell’ex fabbrica dell’Aurum ad emergere è la linea governista. O meglio, “dimaiania”. “Siamo cresciuti, e la legge elettorale ci impone questo”, è il leit motiv che rimbalza nei corridoi dell’edificio.

Tra i neo-candidati (potenziali), intanto, a prevalere pare la linea governista, quella di tentare delle convergenze “pur di cambiare” il Paese. “Se non abbiamo i numeri bisogna farle per forza, la legge elettorale è così”, spiega una candidata campana augurandosi, in tal senso, che il gruppo di Liberi e Uguali sia piuttosto corposo. “Di Maio è il capo, decide la linea”, sottolinea qualche altro attivista. E i partecipanti vengono un po’ da tutta Italia: Puglia, Toscana, Piemonte, Calabria, Sicilia e Campania, tra le Regioni più rappresentate oltre all’Abruzzo.

“Se dovessimo prendere il 38% penso che il presidente Mattarella darà a noi l’incarico di governo”. Lo afferma Alessandro Di Battista a margine della kermesse di Pescara e sottolineando come l’obiettivo sia “convincere più elettori possibili a votare”. Di Battista minimizza il peso del ritorno di Silvio Berlusconi (“sta al 16%) e analizza anche gli equilibri nella Lega di Matteo Salvini. Per “l’inciucio”, quando Berlusconi “ha visto il Pd in caduta libera ha cercato altrove, ecco allora Massimo D’Alema che parla di governo del presidente o l’operazione Maroni”, spiega.

“Mi sento di consigliare una cosa ai miei amici del M5S: non spaventatevi della parola alleanze. Non abbiate paura. Ma mentre dico questo, voglio aggiungere che alleanza non significa compromesso a ogni costo e che capisco la necessità di purezza di Beppe Grillo, la sua voglia di mantenerla tale”. Lo afferma l’ex direttore di SkyTg24 Emilio Carelli, candidato con il M5S, in un colloquio con la Stampa.

“Sui termini di principio è giusto che Grillo, in quanto garante della purezza, voglia non compromettersi con gli altri, non contaminare il Movimento con chi ha sempre combattuto. Ma è anche vero – osserva Carelli – che nel momento in cui ti proponi come forza di governo è tuo dovere valutare la situazione dopo il voto, se il Movimento da solo non avrà la maggioranza in Parlamento. Tenendo sempre presente che alleanze non vuol dire spartirsi le poltrone, ma cercare convergenze sul programma”.