M5S. Biglietto Fiorentina-Juve regalato al marito, consigliera Amato nei guai

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Dicembre 2014 - 12:10 OLTRE 6 MESI FA
M5S. Biglietto Fiorentina-Juve regalato al marito, consigliera Amato nei guai

M5S. Biglietto Fiorentina-Juve regalato al marito, consigliera Amato nei guai

FIRENZE – M5S. Biglietto Fiorentina-Juve regalato al marito, consigliera Amato nei guai. Per le partite che la Fiorentina gioca in casa i consiglieri comunali hanno diritto a un paio di biglietti gratis a testa per la Tribuna d’onore. Per Fiorentina-Juventus, a Firenze “la partita”, il consigliere 5 Stelle Miriam Amato ha regalato i biglietti al marito disoccupato e al figlio di 6 anni.

Peccato che in ottobre i tre consiglieri grillini avevano promesso che avrebbero rinunciato al privilegio: un consigliere ci ha rinunciato del tutto, gli altri due (tra cui  Amato) li avrebbero ceduti a disoccupati e persone svantaggiate. Miriam Amato si dichiara tradita e colpita alle spalle proprio dai suoi compagni di partito, gli scissionisti in particolare. Quello raccolto al telefono da Claudio Bocca del Corriere della Sera è uno sfogo amaro.

Nel Movimento 5 Stelle è ormai scattata la macchina del fango. A Firenze, invece di pensare ai cittadini, c’è chi lavora senza sosta per gettare discredito sulla mia immagine. Sono stata tradita da chi sta nel mio stesso gruppo in Consiglio comunale e questo mi fa schifo […] Qualcuno ha avvertito La Nazione per colpirmi: è stato un gesto ignobile ma adesso sono costretta a fare chiarezza. Mio figlio è piccolo ma è già un grande tifoso viola: quando gli spiegai che avrei rinunciato ai biglietti gratis ci rimase malissimo e chiese solo un’eccezione per la Juve. (Claudio Bocca, Corriere della Sera)

Fra l’altro, si accora Amato, suo marito è effettivamente disoccupato e quindi nel pieno diritto di beneficiare di quel regalo. E sull’accusa della “pugnalata alle spalle” Amato racconta come il marito abbia avuto la sensazione precisa di essere osservato e fotografato in tribuna d’onore, in vista, si presume, di un caso da montare ad arte, tipico appunto della “macchina del fango”.