M5S, Di Battista: “Siamo diventati dei burocrati”. Di Maio replica: “E’ il nostro D’Alema”

di Alessandro Avico
Pubblicato il 18 Giugno 2019 - 13:59 OLTRE 6 MESI FA
M5S, Di Battista: "Siamo diventati dei burocrati". Di Maio replica: "E' il nostro D'Alema"

M5S, Di Battista: “Siamo diventati dei burocrati”. Di Maio replica: “E’ il nostro D’Alema”

ROMA – “E’ il nostro D’Alema”. Queste la parole che Luigi Di Maio avrebbe detto parlando di Alessandro Di Battista. Tutto nasce dal nuovo libro dell’ex deputato 5 Stelle, “Politicamente Scorretto”, ci cui il Fatto quotidiano pubblica una anticipazione: “Di Battista piccona il Movimento e spara contro il M5S al governo che, a suo dire, “ha avuto paura di dire la verità”. Una linea troppo moderata che avrebbe portato il Movimento ad aver paura. “Paura di sembrare politicamente scorretti, una volta diventati Istituzione; paura di attaccare la Lega; paura di prendere posizioni scomode in ambito internazionale e sull’Europa”.

“Abbiamo perso perché ci siamo trasformati in burocrati rinchiusi 18 ore al giorno nei ministeri. Mentre Salvini al ministero non ci stava quasi mai”. Parole che di certo non sono piaciute ai vertici del Movimento. E infatti Di Maio, se da una parte ci tiene a precisare di non averlo mai definito “il D’Alema dei 5 stelle”, dall’altro manda a dire ad Alessandro Di Battista che se “torna a lavorare per il Movimento siamo tutti felici perché sono più utili le persone che lavorano che – avverte – gli opinionisti. Di opinionisti ce ne sono fin troppi“.

Nell’intervista di oggi a La Verità, il capo politico M5s ammonisce anche che “è ingiusto definire i nostri ministri come ‘burocrati’. Sono persone che, lavorando ogni giorno nei ministeri, hanno partorito per esempio leggi importanti, come la Spazzacorrotti, che è proprio quella che ha permesso di scoperchiare il caso del Csm”. Dunque, Di Battista è stato ingeneroso nei confronti della squadra di governo M5s? “Non dò giudizi. Dico solo – ribadisce Di Maio – che i nostri ministri non meritano di essere definiti burocrati”. (Fonte Il Fatto quotidiano).