M5s e Lega alleati con Salvini fuori, spunta la nuova ipotesi di Governo

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Agosto 2019 - 08:42 OLTRE 6 MESI FA
matteo salvini

Matteo Salvini, spunta l’ipotesi di un Governo M5s-Lega senza di Lui (foto Ansa)

ROMA – M5s e Pd alleati di Governo? Non è detto che accada. Conte, nel pomeriggio di oggi, martedì 20 agosto, potrebbe ritrovarsi a guidare un Governo sostenuto ancora dal M5S e la Lega. Tra le ipotesi che circolano in queste ore c’è infatti quella di una umiliante resa per Salvini che porterebbe alla creazione di nuovo Governo gialloverde con lui fuori dalla squadra. 

A scriverlo è il Corriere della Sera. La notizia sarebbe confermata dalle parole espresse da Di Maio all’assemblea dei gruppi in cui è stato messo agli atti la fine dell’amicizia tra la Lega e M5s. Di Maio ha però detto una frase che ha fatto insospettire tutti: “Non apriamo né chiudiamo a nessuno”. Da qui l’idea che potrebbe provare a convincere Salvini a dimettersi in cambio di un nuovo contratto con la Lega. La proposta però, non è detto che raccolga poi il consenso necessario all’interno del Movimento, anche per via delle distanze tra il vicepremier, Davide Casaleggio e Beppe Grillo, questi ultimi due fautori e tifosi di un’alleanza con i Dem.

Raccontano fonti di primissimo livello del M5S che Grillo, nel vertice di casa sua, abbia affrontato a brutto muso Di Maio dicendogli queste parole: “Ah, Luigi, tu sei quello che vuole andare al voto, ho capito bene? Forse non ti è chiaro che se si va al voto oggi, domani, tra sei mesi o tra sei anni, il Movimento è morto. Ed è morto anche perché non sei stato in grado di guidarlo”. Ed effettivamente quanto detto da Grillo verrebbe confermato da un sondaggio che vede M5s tra il 7 e l’8 per cento in caso di elezioni anticipate.

A questa situazione è legata anche l’exit strategy chiesta al Pd per il loro capo politico: “Ci hanno chiesto di accettare che Di Maio faccia il ministro dell’Interno nel nuovo governo”, avrebbe detto un pezzo da novanta del Pd. Di Maio al posto di Salvini, insomma, come prezzo per entrare nella nuova fase.

Oltre a Di Maio c’è poi la “questione” Conte. Dal racconto che viene fatto riguardo quello che c’è nei suoi appunti che leggerà nel pomeriggio, a quanto pare non ci saranno parole da premier dimissionario. Si tratterà, raccontano più fonti, di “una vera e propria requisitoria politica che ha come unico bersaglio il ‘traditore’ Salvini”. Il premier sa poi di avere delle carte da giocare anche nel caso in cui la maggioranza cambi segno, vista la non ostilità di parte del Pd nei suoi confronti.

A riguardo del partito guidato da Zingaretti, si parla intanto di “tempi non brevi” per questa crisi. E infatti, nel caso in cui cada il governo, è possibile che il primo round esplorativo riparta con un tentativo di alleanza Lega-M5S. A sbarrare la strada fin da subito potrebbero però i grillini ortodossi presenti in Senato. 

Fonte: Corriere della Sera