M5s li espelle, ma Tribunale Napoli riammette 23 attivisti

di Spartaco Ferretti
Pubblicato il 16 Luglio 2016 - 15:13 OLTRE 6 MESI FA
M5s li espelle, ma Tribunale Napoli riammette 23 attivisti

M5s li espelle, ma Tribunale Napoli riammette 23 attivisti

NAPOLI – Movimento 5 Stelle espelle e Tribunale reintegra. Succede a Napoli dove una sentenza ha riammesso nel M5s 23 attivisti decisa proprio dal Movimento. “Il Tribunale di Napoli, in sede di reclamo, ha sospeso l’espulsione di 23 attivisti partenopei del M5S, rilevando che i provvedimenti di esclusione sono stati adottati in forza di un regolamento da ritenersi nullo” ha spiegato l’avvocato Lorenzo Borré, che ha presentato il ricorso. “Un terremoto per il M5s – secondo il legale –, in quanto cade l’impalcatura su cui si sono basate centinaia di espulsioni e la stessa sospensione di Pizzarotti”, il sindaco M5S di Parma. Borré ha rappresentato anche 3 attivisti romani M5S esclusi dalle Comunarie nella capitale. Ad aprile le espulsioni vennero dichiarate illegittime dal Tribunale di Roma.

“Un provvedimento storico che ha azzerato giuridicamente e politicamente il regolamento del Movimento costringendo a ripensare la struttura della prima forza politica del Paese”. Luca Capriello, avvocato partenopeo, é tra gli espulsi dello scorso febbraio dal Movimento 5 Stelle per aver dato vita a un gruppo su Fb che, a detta del Movimento stesso, aveva come obiettivo quello di condizionare la scelta dei candidati per le comunali di Napoli. Oggi Capriello, insieme con un altro cospicuo gruppo di espulsi, porta a casa una vittoria: la riammissione. E non per decisione del Movimento, ma per “l’ordinanza della settima sezione del Tribunale”.

“Il tribunale, con decisione collegiale – spiega – ribadisce una ovvietà della Costituzione e cioè che è legittimo l’antagonista politico”. Perché, come prosegue Capriello, “chi la pensava diversamente veniva trattato come dissidente, poi isolato, in seguito prima sospeso e poi espulso”. Le idee del Movimento “restano nel nostro Dna”. Ora la questione non è “rientrare o meno nel Movimento”, ma verificare che ci possa essere “una stagione nuova, di riscrittura dall’interno per costruire davvero la democrazia”. “Se non si realizzano alcune condizioni – conclude – non siamo interessati a rientrare”.