M5s, niente fondo per lo stipendio: dovranno tenere la diaria, per ora…

Pubblicato il 18 Maggio 2013 - 13:01 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo

Beppe Grillo

ROMA – Lo stipendio dei cittadini del Movimento 5 stelle per ora resta intero. Dopo le tensioni con Beppe Grillo, che ha chiesto di “non fare la cresta sulla diaria” e la decisione di rendicontare tutte le spese, nasce un solo problema. Dove mettere i soldi da restituire? Il fondo in cui  depositare i soldi in eccesso tra stipendio e diaria, ad oggi, ancora non esiste.

Annalisa Cuzzocrea scrive su Repubblica:

“I parlamentari li stanno custodendo sui loro conti in attesa di capire come fare a creare quel fondo che finora è stato loro negato. Lì dovrebbero confluire la metà dell’indennità base e quel che non viene speso dei rimborsi, più i soldi delle doppie indennità di carica e del tfr che i 5 stelle rifiutano. Oltre 5 milioni di euro all’anno. E però, finora i tentativi di “restituzione” sono andati a vuoto”.

Il primo problema è nato con la richiesta all’ufficio di presidenza della Camera di istituire un fondo in cui i parlamentari M5s avrebbero potuto mettere i soldi, e nel quale gli altri gruppi parlamentari avrebbero potuto fare donazioni, per poi indirizzare i fondi raccolti a iniziative benefiche. Ma il collegio dei questori ha risposto picche per “la chiara connotazione volontaristica e personale della restituzione“.

Una problema contro cui si scaglia Luigi Di Maio, che cita il caso dell’Assemblea Regionale Siciliana:

“Ma non è affatto vero – racconta accorato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio – il consigliere regionale Giorgio Ciaccio ci ha spiegato come loro facciano dei bonifici direttamente all’Assemblea, che poi li gira all’assessorato competente”.

Ma i parlamentari M5s non rinunciano a restituire lo stipendio:

“Il secondo tentativo è stato un emendamento al decreto per il pagamento dei debiti della Pa con il quale si istituiva un fondo per il microcredito alle piccole e medie imprese aperto alla contribuzione di tutti i cittadini. La proposta non è passata alla Camera. «Ci riproveremo al Senato», promette ancora Di Maio, ma ha poche speranze che le cose possano cambiare. Così la prossima mossa sarà quella di andare a parlare con il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. «I questori ci hanno suggerito di aprire un conto privato, ma noi quel fondo non vogliamo gestirlo, deve farlo lo Stato»”.

Nel percorso lastricato di buone intenzioni, da parte di quasi tutti i parlamentari guidati da Beppe Grillo, arriva così il duro scontro con la realtà. Una realtà fatta di complicazioni burocratiche e di mal di pancia tra gli stessi parlamentari M5s, divisi tra chi voleva restituire e rimanere fedele alla linea dei “2500 euro e basta” e chi invece di doversi tenere la diaria e i rimborsi per intero, causa mancanza fondo dove destinarli, non sarà poi così scontento.