M5s, sì di Rousseau al patto civico per l’Umbria. Francesca Di Maolo candidata in pole position

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Settembre 2019 - 21:53| Aggiornato il 21 Settembre 2019 OLTRE 6 MESI FA
M5s, Rousseau vota sì patto civico

Luigi Di Maio, leader M5s ad Assisi, in Umbria (Foto ANSA)

ROMA – La piattaforma Rousseau ha approvato il “patto civico” per le prossime elezioni regionali in Umbria. Il 60.9% dei votanti apre di nuovo al Pd dopo l’intesa di governo e per Luigi Di Maio, leader politico M5s e ministro degli Esteri, ora bisogna solo trovare un candidato. Un nome che non sarà facile con M5S che insiste su Stefania Proietti, mentre il Pd non rinuncia ad Andrea Fora.

A mettere tutti d’accordo, potrebbe essere Francesca Di Maolo, presidente del centro di riabilitazione per disabili “Serafico” di Assisi. Per ora solo un nome, ma manca ancora la conferma ufficiale.

Alla votazione su Rousseau hanno preso parto 35036 degli aventi diritto al voto. A dire sì sono stati 21320 votanti, circa il 60,9%, mentre i no sono stati 13.716, pari al 39,1%. La votazione era aperta a tutti gli iscritti M5S sul territorio nazionale.

All’annuncio del risultato, alcune fonti vicine ai 5 Stelle hanno commentato: “Molto bene il risultato su Rousseau. Ora chiudiamo sul nome del candidato presidente e liberiamo l’Umbria dalla sola politica. I partiti facciano un passo indietro e gli umbri facciano un passo in avanti. Il capo politico M5S Luigi Di Maio è contento per questo voto che apre una nuova era”.

Ora si torna a cercare quel terzo nome che possa dare a Nicola Zingaretti  e Luigi Di Maio almeno la speranza di una vittoria. Proprio il segretario del Pd ha commentato: “Sull’Umbria sono fiducioso. Ci sono le condizioni con lo sforzo di tutti per arrivare a una forte candidatura, unitaria e competitiva per il bene di quella bellissima terra orgoglio di tutta l’Italia”.

In questo contesto si inserisce la difficilissima trattativa sull’Umbria. Il voto su Rousseau la sblocca, ma con un interrogativo, per Di Maio. A dire sì è stato solo il 60,9% degli iscritti, cifra simile a quella che approvò la linea del leader sul contestatissimo caso Diciotti, che certificò una frattura interna al Movimento. E non è un caso che i vertici abbiano aperto la votazione online a tutti gli iscritti, sebbene Di Maio vada ripetendo che il caso umbro non vale per le altre Regioni: il malcontento della base umbra avrebbe potuto portare alla bocciatura online del “patto civico”.

Patto sul quale Di Maio continua a mantenersi prudente: “Le questioni sui nomi le lascio a chi sta discutendo”, spiega il capo politico dall’Umbria, facendo capire che non sia lui a condurre la trattativa in rima persona.
Sul patto l’impasse dura per l’intera giornata.

“Siamo sorpresi, aspettiamo una risposta su una candidatura seria come quella di Andrea Fora”, è la replica di Walter Verini al sostegno, deciso, annunciato da Di Maio alla sindaca di Assisi Proietti. Ma i veti potrebbero cadere da un momento all’altro, con un terzo nome che abbia la “forza” di far fare un passo di lato a Fora.

Difficile che il M5S torni alla carica sullo stilista Brunello Cucinelli e sulla presidente di Terna Catia Bastioli, due profili inizialmente individuati che poi hanno fatto un passo indietro. Mentre mancano conferme ufficiali su un nome che, rumors parlamentare insistenti, fanno trapelare in serata: quello di Francesco Di Maolo, avvocato e presidente del Serafico di Assisi. (Fonte ANSA)