M5s, gli scettici lanciano la Carta di Firenze: “Stop capo politico e piena proprietà di Rousseau”

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Ottobre 2019 - 13:38 OLTRE 6 MESI FA
M5s, gli scettici lanciano la Carta di Firenze: "Stop capo politico e piena proprietà di Rousseau"

In foto il capo politico dei 5 Stelle Luigi Di Maio (Ansa)

ROMA – Una Carta di Firenze che chiede il superamento del capo politico, più democrazia e trasparenza e l’attribuzione della piena proprietà della piattaforma Rousseau al Movimento 5 Stelle. E’ il documento pubblicato online, dalla mezzanotte di oggi, non a caso proprio nel giorno il cui il Movimento fondato da Beppe Grillo compie 10 anni. A redigerlo sono stati gli scettici di M5s, riunitisi domenica scorsa nel capoluogo toscano per dare vita a un nuovo Rinascimento dei 5 Stelle, scevro da scissioni e correnti.

“Il nostro cuore batte ancora per M5s – si legge nell’incipit – Siamo quelli che da sempre sotto la bandiera del Movimento parlano con le persone per la strada, con la pioggia o con il sole cocente, mettendoci al servizio delle nostre comunità ai banchetti e nelle piazze”.”Crediamo che in questo momento così delicato per il futuro del M5S si debba ristabilire un rapporto paritetico fra gli eletti a ogni livello e la base”, dicono. Tra le richieste, oltre ad un’assemblea nazionale, c’è “la revisione dello Statuto e il superamento della figura del capo politico” e la piena proprietà della piattaforma di voto Rousseau.

“Da tempo – scrivono i dissidenti – assistiamo al dissolversi di questo progetto politico. In nome di una fraintesa responsabilità di governo, il MoVimento ha rinunciato ai propri principi identitari: dalla lotta per la ricostruzione di uno stato sociale massacrato da trent’anni di neoliberismo fino alla battaglia per la conquista della piena sovranità nazionale. Riceviamo sia per strada che sul web accuse sempre più sferzanti sulle “promesse non mantenute” e sui compromessi al ribasso. La nostra coscienza di attivisti si ribella e ci impone di riportare M5S al pieno rispetto dei suoi valori con perseveranza e soprattutto coerenza”.

Tra le richieste avanzate c’è quella di una “riorganizzazione dal basso che valorizzi il ruolo centrale dei gruppi locali e degli attivisti attraverso assemblee territoriali periodiche alle quali siano tenuti a partecipare i portavoce eletti, su temi locali e nazionali”. Inoltre si chiede “coerenza con le principali battaglie identitarie e territoriali del M5S con conseguente allineamento di tutte le scelte politiche locali e nazionali. La formulazione di un codice etico unico e inderogabile che imponga il pieno rispetto del mandato elettorale e disciplini la sovrapposizione tra nomine in società pubbliche o private e cariche elettive, scongiurando conflitti di interesse in qualunque forma”. Il “miglioramento di Tirendiconto” per aver maggiore trasparenza sulle spese dei portavoce.

L’ultimo punto è dedicato alle candidature. I dissidenti chiedono la “riformulazione di criteri univoci, oggettivi e democratici per le candidature e le nomine all’interno del M5S, che premino l’esperienza, la competenza e il comprovato attivismo sui territori; apertura alla discussione di nuovi strumenti di valutazione degli eletti che garantiscano un confronto periodico tra la base e i portavoce, così da verificare il rispetto dei principi fondativi del MoVimento e il perseguimento degli obiettivi nell’arco del mandato”.