M5S senza soldi pubblici? Dal Senato al gruppo 6,5 milioni di finanziamento (legale)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2020 - 10:30 OLTRE 6 MESI FA
M5S senza soldi pubblici? Dal Senato al gruppo 6,5 milioni di finanziamento (legale)

M5S, manifestazione con Beppe Grillo (Ansa)

ROMA – Il Senato della Repubblica ha versato 6 milioni e 423mila euro al gruppo dei senatori M5S.

Il versamento è iscritto a bilancio 2019 del Movimento sotto forma di “contributi al gruppo parlamentare”.

Abolito il grosso del finanziamento pubblico ai partiti, resta il contributo che il Senato versa a tutti i partiti in ragione della loro consistenza numerica.

Si tratta, è bene sottolinearlo, di soldi leciti, che legittimamente finiscono nelle casse del gruppo Senato M5s.

M5S è il partito più rappresentato in aula, nonostante le defezioni accumulate nella legislatura (erano 109, sono rimasti 96).

I sei milioni e mezzo sono integrati da un riporto di circa mezzo milione di euro dalla precedente legislatura: le uscite maggiori (3 milioni e mezzo) coprono la spesa per il personale dipendente, il bilancio è in attivo di un paio di milioni.

Un avanzo che dimostra una gestione attenta e oculata: e svela come anche i grillini accedano a una forma di finanziamento pubblico.

Il tema è interessante, la rinuncia ai soldi pubblici fa parte della stessa ragione sociale dell’esistenza del Movimento. 

Ed è stato rilanciato, inevitabilmente, dallo scoop sul presunto finanziamento da parte del Venezuela di Chavez una decina di anni fa.

Fake-news risponde in coro M5S, attacchi strumentali e infondati. 

Fabio Massimo Cataldo, europarlamentare, dichiara a La Stampa che il Movimento negli ultimi anni si finanzia prevalentemente attraverso micro-donazioni, elargizioni dal basso.

“Non abbiamo mai toccato 1 euro di rimborsi pubblici, a differenza di chi ha ampiamente attinto ai soldi degli italiani e da donazioni massicce tramite fondazioni da parte di gruppi di interessi e comitati d’affari. Altro che valigette dal Venezuela”, ha aggiunto. (fonte La Stampa)