ROMA – M5S vuole un euro del Sud: proposta referendum al Senato. Con il terremoto Brexit e le recenti affermazioni elettorali dei 5 Stelle torna la questione sulle vere intenzioni dei grillini riguardo all’Europa e alla moneta unica. Da che parte stanno? La versione ufficiale, l’ultima dopo il referendum britannico e dopo varie contorsioni dialettiche e oscillazioni sul merito, può riassumersi così: “Restiamo nella Ue, ma facciamo un referendum per uscire dall’euro”. Ma, per esempio, un Di Battista ha dichiarato a marzo che “bisogna lasciare il nazismo centrale nordeuropeo che produrrà sempre più schiavi a danno dei paesi del sud Europa”.
Un euro per i paesi del Sud Europa. Uscire dall’euro, sì ma come? Una proposta M5S di referendum per uscire dall’euro giace negli archivi del Senato da un anno circa (8 luglio, a firma Vito Crimi). Luigi Di Maio ha ribadito che voterebbe per l’uscita dalla moneta unica, a marzo (di fronte a una diplomazia straniera piuttosto sconcertata) ha proposto un euro a due velocità (una per i paesi del sud, una per il nord), in tv a Ballarò recentemente ha dichiarato che “dobbiamo preferire l’euro 2 o monete alternative”. L’euro a due velocità, peraltro, corrisponde pericolosamente alla proposta di Alternative für Deutschland, gli euroscettici nazionalisti tedeschi.
La proposta di referendum M5S. Jacopo Jacoboni de La Stampa segue con particolare attenzione le vicende grilline, e questa di Europa e euro non è esente da sorprese. Prendiamo la proposta – impossibile perché la Costituzione non prevede referendum su trattati internazionali – del referendum per uscire dall’euro, in effetti il piano più organico e sul quale c’è l’impegno politico più coerente.
Il quesito referendario immaginato dal ddl recita: «Ritenete voi che si debba adottare una nuova moneta nell’ordinamento nazionale in sostituzione dell’euro, rimanendo nell’Unione europea come Paese membro “con deroga” ai sensi dell’articolo 139 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea?».
Ritenete che «a tale scopo si debba delegare il governo ad adottare le disposizioni e le misure necessarie per l’introduzione della nuova moneta nell’ordinamento nazionale, assumendo le iniziative necessarie per la determinazione del tasso di cambio al quale la nuova moneta subentrerà all’euro e la relativa data di decorrenza, e disponendo l’abrogazione delle norme incompatibili?».
Sul sito di Beppe Grillo – senza nessun riferimento sul carattere del tutto ipotetico di questa iniziativa, e sulle sue difficoltà giuridico costituzionali – si scrisse, in modo assertivo: «Il referendum si terrà probabilmente in un periodo compreso tra il dicembre 2015 e il gennaio 2016». (Jacopo Jacoboni, La Stampa)