Magistrati, farmacisti… Legittima difesa del portafoglio, ma bugiarda tutela della Giustizia e della Salute

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 4 Giugno 2010 - 14:54| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Hanno “sentenziato” che stipendio crescente di anno in anno e indipendenza del ruolo e della funzione sono la stessa cosa, che le loro retribuzioni sono una variabile “indipendente” dalla crisi e dal bilancio pubblico e che anzi coincidono niente meno che con la Carta Costituzionale, che busta paga a fine mese e giustizia sono gemelli siamesi: se soffre l’uno si ammala anche l’altro.

Quindi, poichè sono adulti e vaccinati e sanno quello che fanno, d’ora in poi comunicati, prese di posizione, “stati di agitazione” e scioperi delle organizzazioni sindacali dei magistrati vanno considerati come quelli analoghi della Confcommercio quando “esclude” che la gran parte dell’evasione fiscale vada cercata nel lavoro autonomo e come quelle dell’associazione dei farmacisti che dichiarano “condannate alla chiusura” una farmacia su quattro perchè diminuisce la quota di guadagno sui medicinali.

Opinioni di parte, ritagliate sugli interessi di categoria. Opinioni rispettabili ma non affidabili. A meno di non voler credere che l’evasione fiscale sia isolata e rara nel commercio, che le farmacie siano bottegucce che faticano ad assicurare il pranzo e la cena ai loro titolari, che la Costituzione preveda l’intoccabilità degli scatti di anzianità dei magistrati.

Opinioni inaffidabili perchè non ci si può fidare di chi mescola e mischia l’interesse generale con quello della sua categoria. Legittimo difendere il proprio stipendio, legittimo e perfino comprensibile “farsi i fatti propri”. Ma raccontare che “i fatti propri” coincidono, anzi “sono” l’interesse di tutti, questo no, questo non dovrebbero raccontarlo. I magistrati stanno difendendo gli scatti retributivi e gli automatismi di incremento della retribuzione, non la giustizia, tanto meno la Costituzione. Stanno difendendo 250 euro netti al mese di aumento che svaniscono nei prossimi tre anni. Non poca cosa, ma tutt’altra cosa dall’indipendenza della magistratura. Proprio come i farmacisti difendono i loro margini di guadagno, non certo, come pure vanno raccontando, la salute degli italiani.

Magistrati, farmacisti e tanti altri…In Germania ieri il ministro della Difesa, Karl zu Juttemberg, di fronte alla possibilità di un gigantesco taglio del governo Merkel alle spese militari, ha detto: “Chi antepone gli interessi del suo dicastero, i suoi interessi al rigore necessario, condanna tutto il paese a un drammatico fallimento”. Tedeschi…Anzi per quasi tutte le categorie professionali italiane “ostrogoti” che parlano una lingua incomprensibile e senza possibile traduzione in italiano appunto.

La “lingua” italiana prevede altri esercizi verbali, ad esempio quello da tutti “parlato” che trasforma il mancato incremento delle retribuzioni nei prossimi tre anni in “taglio” degli stipendi. Calcoli forniti dai sindacati fissano in 1700 euro in media il mancato aumento per i dipendenti statali. Millesettecento euro in tre anni, 1700 euro di mancato aumento da spalmare in 39 mensilità, tredicesime comprese. Poco più di quaranta euro lordi al mese di aumenti che non verranno, circa 25 euro netti al mese. Una sofferenza retributiva da non snobbare, una mancata copertura dall’inflazione che verrà. Venticinque euro al mese su stipendi spesso inferiori ai 1500 euro al mese. Quindi un danno indiscutibile. Ma non certo la “macelleria” delle retribuzioni. E soldi che non verranno in più, non soldi tolti dagli stipendi in atto.