“Regolarizziamo la prostituzione”: la proposta bipartisan scuote la maggioranza

Pubblicato il 23 Giugno 2010 - 13:31 OLTRE 6 MESI FA

Lucio Malan

Una tassa sulla prostituzione: è l’ultima novità proposta alla Finanziaria, e presentata in due emendamenti bipartisan, uno a firma di Donatella Poretti, sentrice radicale eletta nelle liste del Pd, e un altro proposto da Lucio Malan, senatore del Pdl e membro della Chiesa evangelica valdese.

Se Poretti rivendica quella che definisce una “battaglia anche contro la malavita e la tratta”, Malan sottolinea l’utilità dell’emendamento per “fare cassa”, che quantifica in una cifra ben superiore agli 80 milioni l’anno previsti dalla collega radicale.

Il senatore del Pdl prende spunto dalla legge vigente in Germania, “dove alla tassazione delle prostitute lo Stato incassa 3-4- miliardi di euro, su un giro d’affari di 14 miliardi. Da noi, sottolinea Malan, penso si potrebbe arrivare a un gettito fiscale di un miliardo, un miliardo e mezzo di euro l’anno, per un giro d’affari di 7 miliardi”.

Ma non si tratta solo di una questione economica: secondo Malan i criteri che dovrebbero ispirare il governo sono “la tutela della libertà della persona che si prostituisce rispetto all’accettazione dei singoli clienti e alla possibilità di lasciare in qualsiasi momento l’attività di prostituzione”, senza tralasciare, ovviamente, i controlli sanitari periodici, l’esercizio della prostituzione solo in locali non aperti al pubblico, il divietpo per la prostituzione minorile, la copertura previdenziale. In poche parole, rendere la prostituzione un lavoro come un altro a tutti gli effetti.

La proposta però non piace al ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna. “Irricevibile” l’ha bollata l’ex show girl, sottolineando che “la linea del governo è quella contenuta nel disegno di legge che porta la mia firma e che ha l’obiettivo di contrastare le prostituzione e non di regolarizzarla”.

“Chi ha bollato come scandalosa e immorale la proposta, ribatte la radicale Poretti, dovrebbe sapere che oggi lasciare tutto com’è significa lasciare nell’illegalità tutte e tutti quelli che fanno questa attività. Non intervenire con una regolamentazione vuol dire non separare chi è costretto da chi lo fa per libera scelta. Chi non vuol separare i due mercati lascia al cliente l’alibi di dire non potevo sapere che era costretta e non lo faceva per scelta”.

“Chi non vuol separare i due mercati, rincara la senatrice, lascia quelle che hanno dei redditi da capogiro in balia dell’Agenzia delle Entrate e dei controlli incrociati del redditometro, le tasse in maniera casuale vengono chieste ma senza dare in cambio un contorno di legalità, di assistenza sanitaria e previdenziale. E allora, chiede Poretti, cos’è più scandaloso e immorale?”.