Manifestazione della Cgil, il segretario Camusso: “Risposte dal Governo o sarà sciopero generale”

Pubblicato il 27 Novembre 2010 - 20:48| Aggiornato il 29 Novembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Indosso la felpa nera con la scritta ‘Non+’, a significare ”giovani non piu’ disposti a tutto”. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, scende in piazza per la manifestazione nazionale del suo sindacato – e’ la sua prima da leader – e dice basta al ”machismo” dei potenti, al precariato per i piu’ deboli, sollecita una svolta nell’agenda politica, che sia del ”fare”, che ”contrasti” davvero la crisi e rimetta al centro il lavoro ed i giovani. Il loro futuro. Per loro che sono lo slogan dell’iniziativa. Chiede al governo di dare le ”risposte” ritenute necessarie.

In alternativa, scendera’ in campo con un nuovo sciopero generale. Camusso lo dice chiaramente dal palco di piazza San Giovanni. Una piazza gremita, e colorata da palloncini e bandiere rosse, di lavoratori e pensionati ma anche studenti. ”E’ il Paese per cui abbiamo scioperato e continueremo a scioperare”, afferma chiudendo il suo intervento tra gli applausi della folla. Mantiene la linea dell’ex leader, Guglielmo Epifani, che dallo stesso palco, il 16 ottobre scorso alla manifestazione dei metalmeccanici della Fiom – che a gran voce continua a reclamare la proclamazione dello sciopero generale – lo aveva minacciato.

Alla Cgil replica il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che gli rivolge ”un appello a superare ogni pregiudizio politico” per evitare la sua ”autoesclusione” e auspica ”che le grandi organizzazioni sindacali ritrovino capacita’ di sintesi tra loro per concorrere a realizzare crescita con occupazione”, attraverso un ”dialogo costruttivo” anche con le istituzioni, oltre che con le imprese. Camusso se la prende con ”questa classe politica: il Paese non la merita” e con l’esecutivo, che ”in due anni ha tanto parlato, ma non ha fatto nulla per l’occupazione, il lavoro ed il futuro”. Si rivolge al premier, Silvio Berlusconi, che invita a ”smettere di far finta di essere vittima del mondo”. Accusa il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, di ”non conoscere il Paese”. E si schiera dalla parte degli studenti, che ormai da giorni protestano contro la riforma dell’universita’ ed oggi hanno anche tentato un ”blitz ironico” con tanto di cesto di frutta a Palazzo Grazioli, residenza-ufficio del premier, dopo aver bruciato il suo manichino. ”Il ministro non mandi messaggi su Youtube, ma vada in Parlamento, ritiri il ddl e apra il confronto”, afferma il leader della Cgil.

Replica al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, sulla questione degli extracomunitari e dei permessi di soggiorno: ”Sono le leggi di questo Paese che li rendono clandestini”. Ne ha per il cosiddetto Collegato lavoro, entrato in vigore mercoledi’ scorso: ”Una legge ingiusta, crudele, che nega i diritti e che il Parlamento ha fatto male ad approvare”. Parla della Fiat, a cui continua a chiedere di conoscere ”il destino di tutti gli stabilimenti”, il piano Fabbrica Italia nel complesso: ”Vogliamo saperlo perche’ temiamo la testa si stia trasferendo negli Usa”. E difende la scelta di non firmare le deroghe al contratto nazionale: ”Diciamo no e continueremo a dire no alle deroghe, perche’ il Ccnl e’ un diritto universale per i lavoratori”. Attraversa la capitale, passando dal corteo di piazza della Repubblica a quello partito da piazzale dei Partigiani, dove saluta brevemente Rosy Bindi e Pier Luigi Bersani, che parla della ”rabbia” che c’e’. Sfila anche il leader di Sinistra e Liberta’, Nichi Vendola. Camusso Abbraccia l’ex numero uno della Cgil, Epifani, che lo scorso 3 novembre le ha passato il testimone. Con lui, sul palco, al termine del comizio canta ‘Bella Ciao’. Nessun numero sulla partecipazione: la Cgil sceglie di non dar vita al balletto di cifre. Gli unici numeri sono sui pullman organizzati – oltre 2.100 per 110-120mila persone – ed i treni speciali – 13 – che la mattina del 27 novembre hanno raggiunto la capitale.

Ecco le immagini della manifestazione:

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