Manovra: ad Annozero va in scena lo scontro Tremonti-Bersani

Pubblicato il 3 Giugno 2010 - 23:47| Aggiornato il 4 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Michele Santoro

Battibecco ‘a raffica’ tra il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti e il leader del Pd, Pierluigi Bersani durante la trasmissione ‘Annozero’. La penultima – puntualizza in apertura il ministro – “mentre io – dice rivolto a Michele Santoro – ero venuto per esprimerle solidarietà per l’ultima puntata”.

Il confronto-scontro parte dalle recenti dichiarazioni di Tremonti che escludeva una manovra correttiva sul 2010: Tremonti replica a Santoro “mi dispiace deluderla ma non c’é la manovra aggiuntiva”. Poi spiega che l’unica cosa che il Governo ha fatto, in linea con tutti gli altri governi europei e non, è stato accelerare gli interventi sul 2011. Insomma “i conti sul 2010 tengono. Quello che è successo era abbastanza previsto” soprattutto dopo i fatti di Grecia. Ma Bersani non ci sta e prima attacca Tremonti sulla lotta all’evasione (“8 miliardi non si beccano così”).

E’ un tema che tornerà più volte, con Tremonti che cita Smith ed Einaudi per difendere la frase di Berlusconi sulle tasse alte, che Santoro manda in onda. Ma ad accendere la miccia del confronto é il leader del Pd. Chiede al ministro: sia onesto, ammetta i propri errori nelle politiche economiche e di finanza pubblica, faccia “un’operazione di verità”, altrimenti il Pd “non si mette nemmeno a discutere”. Per Tremonti “é preoccupante notare questo atteggiamento dell’opposizione. Se l’opposizione resta sulle posizioni propagandistiche di Bersani non andiamo da nessuna parte. Per fortuna nel suo partito ci sono posizioni diverse dalle sue. Per esempio il senatore Morando…”.

“Ma ora ci sono qui io – dice Bersani – guarda me, sono qua”. “Francamente ti vedo un po’ isolato”, risponde Tremonti che, come Bersani, alterna il ‘tu’ al ‘lei’ sull’onda delle reciproche provocazioni. “Sono pacifico – ribatte il leader Pd – ma non accetto mi si prenda in giro”. “La stessa cosa – dice Tremonti – vale per me”. Poi sta al ministro attaccare: “non può utilizzare aggettivi tipo onesto o onestà. – dice a Bersani – Non glielo permetto. Queste sono comiche da teatrante. Eviti di riferire delle offese e stia tranquillo e nella linea dell’educazione. La conosco: quando inizia a interrompere è perché lei è nervoso. Si rilassi”. I due continuano a punzecchiarsi e certo l’intervento di Marco Travaglio non placa gli animi. Anzi. Tanto che quando finisce il suo intervento Tremonti consiglia a Santoro: “Credo sia arrivato il tempo di mandarlo un po’ in vacanza è stato cattivo ma stavolta impreciso”.

Poi si torna più sui dettagli della manovra. Argomento che però, per tutta la trasmissione, resta un po’ sullo sfondo: il governo – rivendica Tremonti – “é il primo che taglia consulenze, prebende e missioni. Non solo per fare la manovra ma anche perché abbiamo un’idea diversa dello Stato che prima era solo un bancomat”. Poi si parla degli enti soppressi. E lì riparte la polemica: L’Isae è un ente inutile e costoso. – dice il ministro – Vedo la sofferenza di Bersani che ha vissuto in Governi che hanno aperto un sacco di enti”. Bersani replica: “sapessi quante poltrone ho fatto saltare io”. Tremonti ribatte: “l’unico incidente che conosce Bersani è sulle poltrone”. Bersani però non arretra e rilancia sulla scuola: “State distruggendo la scuola italiana! E non sto scherzando. Senti un preside, un insegnante un genitore. Non puoi venirmi a dire delle auto blu!”. Ulteriore battibecco su Enel e sulle altre privatizzazioni da Telecom ad Autostrade. Bersani dice di non aver paura di mettere mano alle ‘poltrone’, prova ne è la privatizzazione dell’Enel. Tremonti ribatte: “hai distrutto un’industria”. Bersani: “No abbiamo avuto 10 miliardi di euro di investimenti e lavoro”.

Tremonti: “no, avete distrutto l’Enel facendo cose strane”. Poi, sempre rivolto a Bersani: “Perché devi dare 100.000 euro al presidente dell’Isae? Ma dalli ai poveri Bersani!”. Poco dopo torna su Telecom: “Guardate Telecom: chi ha fatto lo spezzatino – ha domandato – è mai venuto in Parlamento a spiegare perché lo ha fatto?. La polemica continua. Ultimo duello è sul condono: “non vorrei – dice Bersani – che si chiudesse tutto con un bel condono”. “Ci vediamo qua dopo che sarà approvata la manovra – replica Tremonti – ma non ci saranno condoni”.