Manovra è maretta alla vigilia del voto. Regioni affondano e Imprese attaccano

Pubblicato il 4 Luglio 2010 - 20:45 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi e Tremonti

Acque agitate alla vigilia del voto finale sulla manovra che avverrà tra lunedì e martedì in commissione Bilancio al Senato. E mentre infuria la polemica alimentata dagli eventuali attriti, poi smentiti da Bonaiuti, tra Berlusconi e Tremonti, e dall’invito di Enrico Letta al Governo a farsi da parte, le imprese, tutte insieme, lanciano un allarme sulla parte fiscale della manovra: ”Le imprese fanno appello al Parlamento e al Governo, al presidente Berlusconi e al ministro Tremonti affinché vengano modificate queste norme, che, nella formulazione attuale, costituiscono violazioni gravi dei diritti dei contribuenti e nulla hanno a che fare con il contrasto all’evasione”. La nota viene firmata da Confindustria e Rete Imprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confesercenti).

Le regioni tornano quindi all’attacco. Ad esempio Renata Polverini che nei giorni scorsi si era dimostrata disponibile a riaprire il dialogo oggi taglia corto: ”Tremonti non può trattarci così”. E il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, dice ”cambiare la manovra è una necessità”. Poi avverte: ”Il ministro Tremonti deve cambiare modo di rivolgersi alle Regioni”.

Infine il relatore della manovra, Antonio Azzollini, si difende e spiega che il taglio delle tredicesime non è stata una sua idea mentre conferma la tesi del ”refuso” del ministro Maurizio Sacconi sui contributi. Ma c’è già chi chiede la sua ‘testa’: il sindacato autonomo di polizia penitenziaria, si dice infatti ”sconcertato dall’emendamento presentato da Azzolini” e malgrado l’ipotesi sia stata smentita persino dal presidente del Consiglio chiede le dimissioni del senatore.