Liberalizzare la prostituzione e tassarla: arrivano due emendamenti alla manovra che introducono una ‘tassa’ sulla lucciole. Dopo la proposta già annunciata giorni fa dalla senatrice Pd/Radicali Donatella Poretti oggi un emendamento simile arriva anche dalla maggioranza e lo firma Lucio Malan del Pdl.
Malan prevede che venga conferita una delega al governo per rivedere l’intera materia su “disciplina e tassazione della prostituzione”. Entro il 31 dicembre 2010 verrebbero adottati uno o più decreti legislativi per la legalizzazione e la tassazione delle ‘lucciole’. I criteri sono chiari: “tutela della libertà della persona che si prostituisce rispetto all’accettazione dei singoli clienti e alla possibilità di lasciare in qualsiasi momento l’attività di prostituzione”. E’ poi previsto il controllo sanitario periodico e l'”obbligo di protezione profilattica dei rapporti”. L’esercizio dell’attività dovrà avvenire solo in luoghi ‘chiusi e non in prossimita’ di scuole o luoghi di culto.
Saranno inoltre esclusi i minori sia dall’esercizio della prostituzione sia dall’ utilizzo. Si prevede poi la copertura previdenziale per chi esercita ma anche una tassa “sulla base delle norme che riguardano le libere professioni”. Malan parla infine di “inasprimento delle pene per tutti i reati connessi alla prostituzione salvo quelli abrogati dalle norme della delega”. Analoga proposta era arrivata pochi giorni fa da Poretti che calcolava come in Italia ci siano 9 milioni di clienti, costo medio per prestazione di 30 euro, con ampia approssimazione per difetto, con un giro d’affari di 90 milioni al mese, oltre un miliardo l’anno. Se leviamo a questo miliardo le minorenni e le straniere irregolari si arriverebbe alla cifra di 300 milioni di euro annui per un totale di aliquota al 26% di 80 milioni di euro annui.
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