Manovra, mezza marcia indietro del governo sull’articolo 8

Pubblicato il 14 Settembre 2011 - 21:10 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 14 SET – La Cgil era pronta a ricorrere alla Consulta (”quella norma è incostituzionale, la porteremo fino alla Corte Costituzionale”), ma a ‘sminare’ il problema sul valore degli accordi aziendali inserito nella manovra con l’articolo 8 ci ha pensato il Parlamento: l’aula della Camera ha approvato infatti oggi, con il parere favorevole del governo, un ordine del giorno alla manovra del Pd con cui il governo assume l’impegno a valutare una revisione del contestato articolo.

Il testo approvato, primo firmatario Cesare Damiano, impegna il governo a ”valutare attentamente gli effetti applicativi dell’articolo 8, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a rivedere quanto prima le disposizioni, coinvolgendo le parti sociali, per redigere una norma interamente conforme agli indirizzi dell’accordo del 28 giugno 2011”. L’odg ha ricevuto il voto favorevole di tutta l’assemblea: astenuti solo i deputati di Lega e Fli.

”L’odg parla – ha spiegato Damiano – di un intervento improprio su temi di pertinenza delle parti sociali, mirato esclusivamente a dividere il fronte sindacale e a mettere in discussione l’accordo unitario del 28 giugno scorso; contesta inoltre in radice l’introduzione del concetto di rappresentatività territoriale del sindacato, che apre la strada a sindacati di comodo e a logiche di dumping sociale, e l’introduzione del principio della derogabilità di leggi e contratti collettivi nazionali da parte delle intese aziendali, mettendo anche in discussione il diritto al reintegro del posto di lavoro”.

L’articolo 8 sarà modificato ”quando le parti sociali saranno tutte d’accordo”, ha commentato a caldo il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che più di altri aveva rivendicato le nuove norme.

E pronta è arrivata la replica della Cgil. ‘‘Le parti sociali avevano chiesto di non legiferare su questa materia: il ministro ha deciso di andare avanti lo stesso, adesso c’è un’unica soluzione, cancellare quell’articolo di legge”, afferma la segreteria nazionale della Cgil riunita nella sede di Corso d’Italia.

”L’ordine del giorno bipartisan per la revisione dell’art.8 della manovra va benissimo”, sottolinea il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, spiegando che ”si tratta di una decisione opportuna e condivisa”. “Su quella materia, infatti – dice Angeletti – le parti sociali non erano state messe nella condizione di poter intervenire”.

”E’ confortante l’unità di intenti di una larghissima parte del Parlamento nel richiamare l’obiettivo di fortificare l’accordo del 28 giugno, naturalmente con la condivisione delle parti sociali”, evidenzia quindi il leader della Cisl, Raffaele Bonanni.

Mentre Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, parla di un ”ordine del giorno che può rasserenare il clima che si è creato intorno alle deroghe e, in particolare, ai licenziamenti”.