Manovra, l'opposizione pensa già al dopo. Con Mario Monti

Pubblicato il 15 Luglio 2011 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 15 LUG – Antonio Di Pietro lo dice senza giri di parole, in aula alla Camera: ''Signor Presidente e' l'ultima volta che accogliamo il suo appello''. Ma lo stesso messaggio e' stato inviato al Colle dal Pd che ha accolto il forcing del Capo dello Stato Giorgio Napolitano per un'approvazione sprint della manovra ma ora non e' piu' disposta a facilitare provvedimenti del governo.

Anzi, l'obiettivo ed i contatti in queste ore puntano a far cadere il governo, tentando la Lega e sperando che stacchi la spina, e ad attrezzarsi nel caso in cui si presenti la possibilita' di un governo tecnico, sondando personalita' come l'ex commissario europeo Mario Monti.

Per le opposizioni, dopo l'assalto degli speculatori e gli avvertimenti della Ue, non c'era alternativa alla corsia preferenziale alla manovra perche', come spiega in aula Pier Luigi Bersani, ''altre due settimane di confusione si sarebbero aggiunte ad una situazione gia' confusa e drammatica''.

Ma la prova di responsabilita', pur con voto contrario, ''per il bene del paese e non per fare un favore a Berlusconi'', come ripete Pier Ferdinando Casini, finisce qui perche' e' difficile che l'elettorato possa capire come le opposizioni facilitino la vita al governo nonostante ritengano che nel merito la manovra, afferma il leader Pd, ''sia iniqua e spudoratamente classista'' con tagli ai danni dei ceti medi e delle famiglie.

L'avviso al Colle, che auspica nuove prove di coesione, arriva forte e chiaro dall'Idv e indirettamente anche da Bersani che, in Aula, avverte il governo affermando: ''la nostra responsabilita' nei vostri confronti finisce qui''.

L'unico gesto di coesione che si puo' chiedere al Pd, e' la linea emersa nell'assemblea dei deputati democratici, sarebbe un governo di transizione come alternativa alle elezioni anticipate, strada che Bersani preferirebbe ''per la ripartenza con energie nuove'' chiesta alla Camera insistendo per le dimissioni del governo. ''Per il resto, noi abbiamo dato'', e' l'umore diffuso tra i dirigenti democratici, preoccupati della reazione che l'ok record alla manovra avra' sugli elettori.

La convinzione di Bersani e Casini e' che la manovra non fermera' l'attacco dei mercati perche' il problema e' politico e riguarda l'inadeguatezza del governo. ''Anche il Titanic – ironizza in Aula il leader Udc usando la stessa metafora del ministro Tremonti – si credeva inaffondabile''. Per questo i leader dell'opposizione si sono messi a lavorare ai fianchi del Carroccio: oggi il segretario del Pd ha parlato con il ministro Roberto Maroni e nei giorni scorsi, a quanto si apprende, Casini avrebbe sondato il Senatur ed il ministro dell'Interno.

Nonostante le rassicurazioni di Bossi sulla vita dell'esecutivo, l'impressione e' che se lunedi' i mercati daranno una risposta negativa alla correzione economica, il Carroccio potrebbe affondare il governo a partire dal voto in Aula sull'arresto per il deputato Pdl Alfonso Papa. In caso di caduta del governo, la palla passerebbe al Quirinale che vista la situazione economica potrebbe tentare la via di un governo di salute pubblica.

Un governo che, secondo le opposizioni, potrebbe essere guidato solo da un tecnico ed i rumors in Trasatlantico danno in ascesa il nome di Mario Monti che, a quanto si apprende, sarebbe stato sondato dal leader Udc Pier Ferdinando Casini e, in incontri diversi, anche da Rosy Bindi ed Enrico Letta.