Manovra: non c’è intesa sulle tasse, ok alla riforma processo civile

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Dicembre 2019 - 22:54| Aggiornato il 6 Dicembre 2019 OLTRE 6 MESI FA
conte maggioranza ansa

Il vertice di maggioranza, foto Ansa

ROMA – Un nuovo stallo sulla manovra. Un altro vertice, ancora liti, un infinito braccio di ferro. Nel giorno in cui la Camera vota la fiducia al decreto fiscale con 310 sì, Italia Viva torna ad alzare la posta sulla legge di bilancio.

La richiesta è quella di abrogare del tutto la “plastic tax”, la “sugar tax” e la tassa sulle auto aziendali. Il centrodestra minaccia di votare la proposta di Italia viva: in questo caso, la maggioranza sarebbe battuta. E in serata, dopo due ore di vertice assai tese, scende in campo il premier Giuseppe Conte e chiede ai tecnici del ministero dell’Economia e della Ragioneria dello Stato di fare “un ulteriore sforzo” per trovare le risorse per ridurre le imposte rimaste in quella che “già adesso è una legge di bilancio che non aumenta la tassazione”.

Cdm  approva riforma processo civile

Intanto il Cdm ha approvato il disegno di legge delega sulla riforma del processo civile presentato dal Guardasigilli Alfonso Bonafede. “E’particolarmente significativo disegno di legge approvato per dare maggiore efficienza al processo civile. E’ un provvedimento che segna una svolta per l’accelerazione dei tempi del processo” ha sottolineato in conferenza stampa il premier Conte che rincalza: la riforma del processo civile punta ad una “garanzia di maggior efficienza, e quindi di un clima più favorevole agli investimenti e alla business community. L’obiettivo quindi è garantire un servizio della giustizia civile ancora più efficiente e di attrarre più investitori”.

Per il ministro Bonafede, “con la riforma il nostro codice di procedura civile avrà meno norme, ci saranno poche regole che valgono per tutti i processi”.”Si passa da tre riti o modello (giudice di pace, monocratrico ordinario, monocratico sommario) a un solo rito per tutti i processi e “decretiamo la morte dell’atto di citazione, c’è un solo atto introduttivo che vale per un solo rito”, spiega Bonafede che aggiunge: “E’ la riforma che più interessa i nostri cittadini per quanto riguarda la giustizia”.

Il fammi causa non deve essere più una minaccia possibile. Chi fa una causa temeraria o chi resiste in una causa non solo paga il risarcimento ma deve pagare una sanzione a favore della cassa delle ammende perché ha creato un danno anche allo Stato” sottolinea Bonafede che annuncia la digitalizzazione del processo e della notifica che non sarà più cartacea per chi ha la Pec. E sulla prescrizione il Guardasigilli si è detto “certo di poter trovare un accordo”. 

Renzi: “Governo ha il 50% di possibilità di cadere. Conte replica: “E’ un pessimista cosmico”

Se sul processo civile si è trovato un accordo, sulla manovra continuano le liti. Dopo il fallimento del vertice, il premier aveva gettato acqua sul fuoco spiegando in conferenza stampa che il clima politico “è buono”. Ospite a Piazza Pulita su La7, il leader di Italia Viva Matteo Renzi non sembra essere molto d’accordo con Conte: “Se si continua così, ci sta che si torna a votare. Litigano su tutto! Noi non stiamo litigando. All’incontro di domenica quando hanno litigato noi non c’eravamo”. Renzi prevede: “Do il 50% di possibilità che rimanga in piedi”. “Rischiano di andare alle elezioni perché in questa fase se si continua a litigare sulle tasse, sulla sugar tax, si rischia. E una tassa sulla plastica non si può fare”. Chi romperà? “Di Maio tira la corda ma non può romperlo. Ma io ripeto: basta, non si può litigare su tutto”.

Per Renzi, c’è insomma il 50% di possibilità che il governo cada. Conte, a quanto dichiarato dall’ex premier, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, replica: “E’ un pessimista cosmico Matteo Renzi, state tranquilli, andiamo avanti, abbiamo tante cose da fare”.  “Oggi abbiamo adottato un disegno di legge delega che una volta approvato ci consentirà di realizzare una riforma del processo civile e di abbreviare i tempi è una riforma strutturale. E fino a quando lavoreremo in questo modo andremo avanti con spirito riformatore”.

Prescrizione, segnali di schiarita. Orlando (Pd): “Si è riaperta la discussione” 

Oltre alla manovra, c’è un altro tema che mette in fibrillazione il Governo: la prescrizione. Questa volta lo scontro è tra Pd e M5s che, dopo una mattinata di attacchi e minacce, hanno deciso insieme di fermare le bocce dello scontro. E’ una schiarita politica. Non c’è ancora una soluzione di merito ma Alfonso Bonafede assicura di “non voler aprire una crisi” sulla sua riforma e di vedere “praterie” per un’intesa con i democratici.

Il ministro della Giustizia chiama Andrea Orlando e il vicesegretario Pd annuncia che “a giorni” il Pd presenterà una proposta a Bonafede e al premier Giuseppe Conte, per mitigare gli effetti del blocco della prescrizione che scatterà a gennaio. Si ipotizza una norma transitoria e una serie di garanzie per i diversi gradi del processo, perché la durata “non sia infinita”.

La novità è che Luigi Di Maio non è più inflessibile e saluta come “ben accetta ogni buona proposta”. Un vertice con il presidente del Consiglio potrebbe servire a trovare il punto di caduta che piaccia a tutti.

La giornata parte malissimo, con scambi di accuse incrociati tra M5S e Pd. I 5S chiedono lealtà al Pd per “mettere la parola fine all’era Berlusconi che ha fatto male al nostro Paese”. I democratici non la prendono bene, chiamano in causa il premier Conte, “decide lui, non le veline M5S”, e ribadiscono che altrimenti in Parlamento il Pd andrà per la sua strada per correggere la nuova prescrizione.

L’impressione è che si vada velocemente verso un punto di rottura. Il capogruppo Pd Graziano Delrio non ne fa mistero: “Il Pd non entra e non resta al governo a tutti i costi: se i problemi non si risolvono non stiamo a scaldar le poltrone”.

A questo punto entrano in azione i pontieri. Gli esperti Pd si riuniscono in mattinata e esaminano due principali ipotesi per mitigare gli effetti del blocco della prescrizione prevista dalla legge “spazzacorrotti”: una è l’allungamento della sospensione della prescrizione dopo il processo di primo grado, portando l’attuale sospensione di 18 mesi prevista dalla riforma Orlando a due o tre anni.

La seconda è una prescrizione processuale, cioè con una tagliola sui tempi dei diversi gradi di giudizio. Per dimostrare la buona volontà, il Pd dò in Consiglio dei ministri il disco verde alla riforma del processo civile, sul quale si era già trovato l’accordo con Bonafede. “Noi stiamo cercando di contribuire a superare questo corto circuito sulla legge Bon-Bon, Bonafede-Bongiorno”, dichiara dal Pd Orlando, sgombrando il campo da “stupidaggini” come dire che “casi come Eternit sarebbero stati risolti” con la riforma che entrerà in vigore a gennaio.

Dopo la telefonata con il ministro, Orlando annuncia che il suo partito presenterà a Bonafede e Conte una proposta per gestire anche la fase di entrata in vigore del blocco (si era ipotizzata una norma nel decreto Milleproroghe).

Il Guardasigilli intanto tende la mano: niente crisi, “c’è una maggioranza con cui si può dialogare meglio su questi temi, dico lavoriamo”. Bonafede è pronto a valutare le proposte a condizione, però, non si rifaccia “rientrare la prescrizione con un altro nome”. E cadono i toni ultimativi anche di Di Maio: “Ogni buona proposta che punti a far pagare chi deve pagare è ben accetta. Siamo al governo per fare le cose e le cose si fanno insieme”. “Il governo non può fermarsi per la prescrizione: troveremo un accordo”, assicura Dario Franceschini.

Mentre una partita a parte la fa nella maggioranza Iv, oggi in piazza con le Camere Penali per la maratona oratoria. Come rivela il forzista Enrico Costa, “nell’ufficio di presidenza della Commissione i gruppi di Fi, Fdi, Lega e Italia Viva hanno chiesto di fissare un calendario dei lavori che porti al voto la mia proposta entro il 23 dicembre ma Pd e M5S hanno detto ‘no'” perché “non sanno che pesci pigliare”. A questo punto ci si aspetta che Conte riunisca la maggioranza intorno al tavolo e chiuda la vicenda. Anche perché l’opposizione guarda alle divisione nella maggioranza e, come dice Matteo Salvini, spera e prevede che “in primavera si andrà a votare”.

Fonte: Ansa