Bossi-Berlusconi, la manovra spegne l’idillio? La pernacchia è solo l’antipasto

Pubblicato il 22 Agosto 2011 - 21:05 OLTRE 6 MESI FA

Umberto Bossi (Foto Lapresse)

ROMA – Ancora una volta è la pernacchia di Bossi a condensare l’umore della maggioranza meglio di qualsiasi altra definizione. La linea scelta dalla Lega, alla vigilia dell’arrivo in Senato della manovra, è quella dura. Ribadita dalla riunione in via Bellerio, a Milano, dove i leghisti hanno ripetuto come un mantra che “le pensioni non si toccano”. Linea sottolineata dalla sortita sonora del Senatur, stavolta indirizzata al segretario Pdl Alfano che mercoledì riunisce il Pdl per cercare la “quadra” proprio sul tema manovra.

Sarà la manovra quindi a spegnere definitivamente l’idillio tra Bossi e Berlusconi?

Sullo sfondo un’altra uscita di Bossi che per scaldare il pubblico di un comizio al Nord ha detto: ‘”Questa che viene”, ossia la crisi, ”è una svolta storica, non una cosa da niente, la gente capisce che l’Italia sta finendo, sta finendo male e bisogna prepararsi al dopo, che per noi è la Padania”. La provocazione non è da poco, ma il segno della tensione che c’è tra Lega e Pdl viene dal fatto che Berlusconi ha impiegato 48 ore per rispondere: “Mi spiace, questa volta, di non essere d’accordo con il mio amico Umberto Bossi. Sono profondamente convinto che l’Italia c’è e ci sarà sempre”.

Berlusconi avrà pensato che fosse meglio lasciar correre nelle ore decisive in cui Pdl e Lega stanno cercando di modificare la manovra che martedì arriva in commissione Bilancio del Senato, modifiche devono lasciare il saldo invariato. Il nodo è quello delle pensioni. Dopo la riunione in via Bellerio la Lega ha comunicato che: “1) Le norme relative alla previdenza contenute nel decreto legge 138 sono idonee e non suscettibili di modifica vista l’intesa raggiunta a riguardo tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi. 2) L’assoluta necessità di un ridimensionamento dell’intervento sulle autonomie locali. 3) Una proposta incisiva ed equa per sconfiggere la grande evasione fiscale e conseguentemente reperire risorse per lo sviluppo del Paese”.

Pensioni invariate e ritocco agli enti locali, in sintesi. Il giorno prima il segretario Pdl Alfano aveva offerto agli alleati la possibilità di ritoccare l’entità dei tagli agli enti locali in cambio di una maggiore morbidezza sulle pensioni. Ma è su questo punto che Alfano incassa la famosa pernacchia di Bossi.

Riassumendo, martedì la manovra arriva in Senato, mercoledì sarà il Pdl a riunirsi e a dire la sua, l’iter in complesso del testo dovrebbe durare circa due settimane prima dell’approvazione definitiva. Se la pernacchia di Bossi è stato l’antipasto la via verso l’approvazione non sarà certo una passeggiata.