Manovra, se non approvata entro il 31/12 saltano reddito cittadinanza e quota 100

Manovra, se non approvata entro il 31/12 saltano reddito cittadinanza e quota 100
Manovra, se non approvata entro il 31/12 saltano reddito cittadinanza e quota 100

ROMA – Manovra, se non approvata entro il 31 dicembre saltano reddito di cittadinanza e quota 100, ovvero due dei punti cardine di questo governo. Come è possibile? Se il Parlamento non dovesse approvare il testo entro il 31 dicembre, e quindi presentarlo a Mattarella entro il primo gennaio, si andrebbe nel cosiddetto esercizio provvisorio. Trattasi di una sorta di amministrazione controllata, come accade nelle società in forte perdita o verso la bancarotta. Insomma, non si spende. 

In questo caso l’Italia non potrebbe esercitare alcun tipo di attività economica, ma limitarsi semplicemente alla ordinaria amministrazione (quindi, ad esempio, pagare gli stipendi). Uno stop fino, al più, ad aprile sarebbe posto in primo luogo agli investimenti e, di conseguenza, all’avvio delle nuove misure: tra cui appunto le riforme cardine del governo Conte, come quota 100 per le pensioni e reddito di cittadinanza.

E’ gioco forza che l’opposizione farà di tutto per fare in modo che la Manovra non venga approvata entro i tempi previsti. E infatti il presidente della Camera Roberto Fico nell’Aula di Montecitorio ha da poco detto: “Posso aumentare i tempi degli interventi, ma nella consapevolezza che il 31 dicembre si avvicina e che questa legge di Bilancio non può per me arrivare al presidente della Repubblica il primo gennaio”.

In generale, comunque, si verificherebbe una situazione di blocco dell’iniziativa economica del Paese il quale, nel momento in cui entra in regime di esercizio provvisorio (che come dice la Costituzione non può superare i 4 mesi) potrà fare spese solo per un dodicesimo per ogni mese di quanto stanziato nella precedente manovra finanziaria.

Ma non solo. Se la legge di Bilancio non dovesse essere approvata entro la scadenza, scatterebbe anche l’aumento dell’Iva al 24,2 per cento a causa della mancata sterilizzazione delle clausole di salvaguardia. 

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