Casa, soldi, pensioni: dove ci colpirà la Manovra?

Pubblicato il 10 Agosto 2011 - 09:01 OLTRE 6 MESI FA

Giulio Tremonti (Foto LaPresse)

ROMA – Dove ci colpirà la Manovra? La casa, le pensioni, il lavoro, oppure la sanità?. Tutte le proposte del Governo per racimolare i fondi necessari per risanare il debito entro il 2013 vanno ad intaccare economicamente dei punti sensibili. In particolar modo le pensioni e la casa, che sia la prima o la seconda, sono i “settori” sui quali il Governo sembra puntare con più convinzione con il salvadanaio in mano. Punti sensibili, così come il ticket sanitario, altro argomento tanto a cuore. Addirittura nell’aria c’è odore di “patrimoniale” e del ritorno di un’altra tassa, l’Ici.

Nello specifico, nuovi interventi sulle pensioni, la riforma fiscale, con la prospettiva di riduzione delle aliquote, la tassazione immediata delle rendite finanziarie, un piano drastico di liberalizzazioni e di riduzione dei costi della politica e soprattutto l’imposta patrimoniale. Questo il menù delle misure possibili per arrivare al pareggio di bilancio. Un menù che il governo sta mettendo insieme, e che potrebbe vedere la luce la prossima settimana.

In lista ci sarebbero la revisione dei criteri per le invalidità, il tetto di reddito per gli assegni di accompagnamento, requisiti più severi per l’accesso alle prestazioni dell’Inps, il blocco delle pensioni di anzianità, l’accelerazione del passaggio della pensione delle donne a 65 anni, l’ulteriore anticipo dell’agganciamento dell’età pensionabile alle speranze di vita. Misure drastiche, in cambio delle quali i sindacati, pretendono che il governo agisca senza perdere tempo sui costi della politica, le rendite ed i grandi patrimoni.

Come riporta il Corriere della Sera, ci sarebbero anche l’abolizione delle province, la riduzione del numero dei parlamentari, la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, la tassazione delle rendite finanziare (per la quale si ipotizza un’aliquota unica al 20%, con l’esclusione di Bot e Btp che resterebbero tassati al 12,5%), il prelievo straordinario sulle grandi ricchezze.

Ma allo studio c’è anche una lista di interventi che ruota attorno alla temuta parola “patrimoniale”. Si parla di addizionale speciale sull’Ici per la seconda casa, misura che potrebbe far incassare 6 – 7 miliardi die euro e che ammorbidirebbe l’ostilità dei comuni riguardo la riduzione dei trasferimenti. Resta sul tavolo l’ipotesi di un aumento della tassazione sulle rendite finanziare, da rendere omogenee al 20 per cento, escludendo i titoli di Stato. Aleggia inoltre l’ipotesi di una tantum a sorpresa che potrebbe colpire le ricchezze mobiliari.

Le proposte del Governo:

Lavoro. Licenziamenti più facili con il nuovo Statuto del lavoro, che di fatto supererà quello dei lavoratori. Verranno definiti alcuni diritti “universali e indisponibili”. I “diritti minori”, nella contrattazione tra impresa e sindacati, potranno invece essere oggetto di deroghe a quanto stabilito dai contratti nazionali. L’obiettivo è inserire anche tra questi ultimi l’articolo 18, in modo da facilitare i licenziamenti, per esempio stabilendo che basterà il pagamento di un’indennità per dare il benservito ai dipendenti. Prevista anche la trasformazione in legge dell’accordo interconfederale siglato lo scorso giugno.

Pensioni. Criteri anagrafici e di reddito per diminuire i beneficiari. Il capito di spesa che rischia di subire maggiori tagli è quello delle pensioni, che potranno essere commisurate al reddito. Per quelle di reversibilità potrebbe essere ridotta la quota, oppure stabiliti criteri anagrafici per i beneficiari. Difficile un innalzamento dell’età per le pensioni  di vecchiaia, più probabile il collegamento con l’aspettativa di vita.

Fisco. L’Imu già dal prossimo anno e l’Iva più alta di un punto. Allo studio c’è la possibilità di aumentare di un punto le due aliquote che attualmente sono al 20% (quella ordinaria) e al 10% (quella ridotta), mentre resta invariata quella al 4%. Non è escluso un ritorno dell’Ici.

Sanità. Cure sanitarie più cara con l’arrivo dei nuovi ticket. L’anticipo della manovra avrà inoltre ripercussioni sul Fondo sanitario nazionale, che anzichè essere rivalutato del 2,8% il prossimo anno, come previsto dal Patto per la salute sottoscritto da governo e Regioni, salirà dello 0,5% nel 2012 e dell’1,4% nel 2013.

Costi dello Stato. Al via le privatizzazioni per alleggerire gli enti locali. Nel mirino le istituzioni nazionali, ma anche gli enti locali, soprattutto Comuni e Province più piccole. Altra questione al centro dell’attenzione è quella delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni, anche vendendo immobili di proprietà pubblica.