Marcello Dell’Utri: “Non ce la faccio più”. Procura: “Condizioni fisiche compatibili con il carcere”

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 5 Dicembre 2017 - 14:37| Aggiornato il 2 Ottobre 2018 OLTRE 6 MESI FA
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Marcello Dell’Utri: “Non ce la faccio più”. Procura: “Condizioni fisiche compatibili con il carcere”

ROMA – Nonostante le gravi condizioni di salute e nonostante i chiarimenti chiesti dalla Corte Europea, Marcello Dell’Utri può restare in carcere. Il procuratore generale di Roma, Pietro Giordano, ha infatti dato parere negativo in relazione alla richiesta di scarcerazione per motivi di salute avanzata dai difensori dell’ex senatore. L’ex parlamentare sta scontando una pena di sette anni nel carcere di Rebibbia per concorso esterno in associazione mafiosa.

Non ce la faccio più, mi sento provato e stanco“, ha detto nei giorni scorsi Marcello Dell’Utri ai suoi legali. I legali, al termine dell’udienza durata circa due ore, hanno affermato che una decisione contraria da parte dei giudici “potrebbe avere delle ripercussioni psicologiche gravi sul detenuto che sta affrontando un sconto di pena faticosa alla luce della gravi condizioni di salute in cui versa”. I difensori si augurano che “il tribunale non perda di vista il problema di un uomo di 76 anni che sta affrontando una pena in vari reparti ospedalieri. La detenzione domiciliare o ospedaliera, come hanno valutato i nostri consulenti, e’ una soluzione più che ragionevole, oltre che umana”.

Il pg ha invece detto no alla scarcerazione facendo proprie le conclusioni dei periti del Tribunale che hanno sostenuto la compatibilità della detenzione di Dell’Utri ritenendo operabile il tumore alla prostata, emerso dopo analisi recenti, e stabile la patologia cardiologica di cui è affetto. Per la incompatibilità, invece, si sono espressi i consulenti che erano stati nominati dalla Procura. Nella relazione, questi ultimi, hanno indicato anche cinque strutture ospedaliere, tre a Milano e due a Roma, dove Dell’Utri potrebbe essere trasferito in regime di arresti ospedalieri. I giudici del tribunale di sorveglianza hanno ora cinque giorni per decidere se Dell’Utri debba rimanere in carcere o no.