Maria Elena Boschi, Dagospia: imbucata al giuramento, le è partita la brocca?

di Edoardo Greco
Pubblicato il 15 Dicembre 2016 - 10:04 OLTRE 6 MESI FA
Maria Elena Boschi, Dagospia: imbucata al giuramento, le è partita la brocca?

Maria Elena Boschi fotografata da Antonio Bravetti dell’Agenzia Dire fra i parenti dei ministri al momento del giuramento del governo Gentiloni (Twitter @antoniobravetti)

Maria Elena Boschi “imbucata” al giuramento del governo Gentiloni al Quirinale, “le è partita la brocca?” se lo chiede Dagospia, ricordando come i sottosegretari non partecipano al rito di insediamento del nuovo esecutivo, con firma davanti al presidente della Repubblica e foto di gruppo. La Boschi non ha firmato, e nella foto di gruppo non c’era semplicemente perché non doveva esserci: non è più un ministro.

Qualcuno farà notare: ma anche Luca Lotti è sottosegretario e nella foto con i ministri c’era. Sì, perché oltre a fare da sottosegretario con delega all’editoria e al Cipe (grandi opere), Lotti nel governo Gentiloni sarà ministro dello Sport. Chiosa Dagospia: l’unica riforma costituzionale che Maria Elena Boschi è riuscita a portare a termine è quella per se stessa.

Mentre ai più sembrava normale che la Boschi sorridesse accanto a Renzi e Gentiloni, quasi facendo gli onori di casa, un giornalista dell’Agenzia Dire, Antonio Bravetti, ha fotografato l’ex ministro delle Riforme nel parterre dei parenti dei ministri, quando è arrivato il momento della foto di gruppo:

“La Boschi si è seduta in mezzo ai parenti, una ventina di persone, defilate rispetto a giornalisti e fotografi. Boschi è entrata nella sala da sola, pochi secondi prima dell’ingresso dei nuovi ministri e ha seguito tutta la cerimonia sorridendo più volte. Alla fine ha lasciato la sala sempre in mezzo ai familiari dei ministri”.

Il particolare non è passato inosservato. Ecco il retroscena che ne ha fatto Dagospia:

“Un cerimoniale anomalo al Quirinale: ma da quando i Sottosegretari presenziano alla cerimonia di insediamento del Governo? Da sempre assumono il loro incarico dal Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi e quindi non partecipano alla cerimonia di insediamento del Governo al Quirinale. Ma per la Boschi si sono mandati all’aria 60 anni di regole repubblicane! Quindi l’unica riforma costituzionale introdotta dal suo referendum è stata quella per se stessa.

La neo Sottosegretaria (avrà una delega da Segretaria del Consiglio dei Ministri, cioè farà i caffè, fotocopie e panini per tutti), domenica scorsa si è presentata al Colle e, sospinta dalla sua prorompente forza fisica, si è fatta largo e si è presa i flash all’ingresso e all’uscita del Quirinale. Voleva esserci a tutti i costi, Maria Etruria, si sentiva ancora Ministro a pieno titolo anche senza essere stata invitata da nessuno.

Era lì, tutte le cronache hanno parlato dei suoi sorrisi e dei suoi tacchi e dei suoi tailleur quirinalizi. Ma non poteva comparire nella foto di rito dei ministri, e quando è arrivato il momento di scattarla, si è piazzata tra i parenti dei ministri, pur non essendo parente di nessuno (o meglio, vorrebbe non esserlo visto il padre indagato per Banca Etruria). […] Speriamo che come per Renzi i famigliari siano vicini anche a lei in questi momenti di obnubilamento cerebrale…

Della Boschi variabile impazzita e incontrollabile di questa delicata fase di transizione fra il governo Renzi, la sconfitta al referendum della riforma costituzionale che portava la firma della ministra, e l’insediamento del governo Gentiloni, ha scritto anche Tommaso Labate sul Corriere della Sera.

Nel retroscena di Labate la Boschi viene definita “una zavorra” per Renzi e vengono ricostruiti i vani tentativi per convincerla a restare fuori dal nuovo governo, così come il posto da sottosegretario saltato fuori all’ultimo momento.

«Inutile nascondersi dietro un dito. La Boschi è la nostra zavorra. E anche Gentiloni ne è perfettamente consapevole». Ci sono cose che dieci giorni fa sarebbero state impensabili. All’interno della maggioranza del Pd persino il nominarla, Maria Elena Boschi, era considerato un azzardo. […]

E invece ieri, a mo’ di rappresentazione plastica di un potere che pare sbriciolato, o comunque percepito come tale, nella pausa del dibattito sulla fiducia, due ministri e un drappello di peones si lasciano andare a quella che – compulsando i sondaggi o guardando le reazioni sulla Rete – appare come una verità persino edulcorata. «La Boschi è la zavorra del governo Gentiloni». Così, secco, senza eufemismi.

Come quei capitani che sopravvivono ai loro soldati dopo una disfatta in guerra, Maria Elena Boschi paga sia le ferite dei compagni che la sopravvivenza propria. […] Del braccio di ferro che l’ ha vista praticamente opposta all’ex premier, quel tira e molla sulla riconferma al governo che l’ ultimo le ha garantito, emergono oggi – a cose fatte – i dettagli più significativi.

«Vieni con me a occuparti del partito», è il primo suggerimento di Renzi dopo il voto referendario. «Io non voglio lasciare il governo. Tu puoi permettertelo. Se lo lascio io, è la mia fine», è la risposta.

Naufraga pure la trovata renziana di lanciarle la volata per la guida del gruppo alla Camera, col franceschiniano Rosato da spostare al governo. Niente, Boschi rifiuta, temendo il trappolone nel voto segreto dei colleghi. Alle 16.30 di ieri l’altro, quando manca poco all’ appuntamento di Gentiloni con Mattarella, un posto per lei ancora non c’è.

Verrà fuori – sottosegretario alla presidenza del Consiglio con mansioni di verbalizzante – quasi per caso, complici i veti sulla delega ai servizi per Luca Lotti, che finisce a fare il ministro dello Sport. Luccica, e pure tanto. Ma non è oro.