Marianna Madia, odiatrice dei pensionati: Veltroni, Minoli, Enrico Letta maestri

Pubblicato il 15 Dicembre 2013 - 12:15 OLTRE 6 MESI FA
Marianna Madia, odiatrice dei pensionati: Veltroni, Minoli, Enrico Letta maestri

Marianna Madia, odiatrice dei pensionati: Veltroni, Minoli, Enrico Letta i suoi maestri e sponsor

Marianna Madia, la neo componente del gruppo dirigente del Pd voluto da Matteo Renzi, odiatrice dei pensionati al punto da volerli tutti poveri, violando le leggi e calpestando la Costituzione, riceve un trattamento al curaro da Aldo Grasso in prima pagina sul Corriere della Sera che compensa le migliaia di italiani pensionati, che la giovane Madia vorrebbe ridurre in indigenza, se non del denaro che vorrebbe fare loro perdere, almeno delle sofferenze morali loro inflitte.

Sotto il titolo

“La fossa della Marianna”

Aldo Grasso ricorda lo scontro tra Chiara Geloni e Marianna Madia che ha dominato il gossip politico nella scorsa settimana.

“La Geloni, direttrice di Youdem e bersaniana di ferro, ha rimproverato la collega di essere passata da una casacca all’altra: prima veltroniana, poi dalemiana, poi lettiana, quindi bersaniana e infine renziana, essendo stata nominata responsabile del Lavoro nella segreteria di Matteo.

«Non ritieni per caso — ha scritto la Geloni — di dovermi spiegare qualcosa? Siamo sicuri che il tuo modo di esercitare la delega di chi ti ha votato rappresenti il cambiamento che il popolo delle primarie chiede al Pd?».

Marianna per ora non spiega, ha già spiegato tutto in passato.

Sorellanza post-comunista. A difesa della Madia sono intervenute le renziane Cantini e De Monte:

«Chiara non ha fatto concorsi per diventare il censore delle posizioni politiche degli altri».

Poi altre 26 deputate del Pd hanno diramato un comunicato in cui sgridano la Geloni per i toni usati, non consoni al nuovo stile del partito. Poi è intervenuta la mitica Alessandra Moretti, quella che ha abbandonato il suo mentore Bersani appena caduto in disgrazia, per spiegare che «fa male arroccarsi sulle proprie posizioni (che non vuol dire essere fedeli, solo nostalgici e poco lucidi), fa male non aprirsi al nuovo (che non vuol dire essere trasformisti, ma avere l’intelligenza di capire che il mondo là fuori cambia…)».

Cambia todo cambia . Marianna per ora non spiega, ha già spiegato tutto. Nel 2008, candidata alla Camera da Walter Veltroni, ha voluto esprimere «tre grazie importanti»: «Il primo a Enrico Letta che mi ha dato la possibilità di entrare all’Arel (il Centro studi economici promosso da Nino Andreatta, ndr )», il secondo «a Giovanni Minoli maestro di vita e di pensiero», il terzo «a Walter Veltroni che mi ha dato questa possibilità anche perché io non sapevo che la mia straordinaria inesperienza fosse funzionale a questa occasione».

Per essere giovane e inesperta, la Madia ha imparato subito e bene a risalire le correnti. Del resto, nella vita come nella politica, negli uomini come nelle donne, solo i nostalgici e poco lucidi non hanno l’intelligenza di capire che il mondo là fuori cambia…”