Marino ritira dimissioni. 25 consiglieri pronti a lasciare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Ottobre 2015 - 16:37| Aggiornato il 30 Ottobre 2015 OLTRE 6 MESI FA
Marino ritira le dimissioni. Balletto sulla pelle di Roma

Ignazio Marino (foto Lapresse)

ROMA – Ignazio Marino ha ritirato le dimissioni, dopo un tira e molla durato ormai 17 giorni. Dimissioni forse mai date davvero, visto che già quando le annunciava diceva di volersi riservare venti giorni per eventuali ripensamenti. E ritirate proprio nel giorno in cui il presidente del Consiglio, quel Matteo Renzi che non l’ha mai voluto incontrare e ha sempre delegato Matteo Orfini a risolvere la questione, rientra dal viaggio in Sud America.

Se Marino ritorna, i consiglieri del Pd se ne vanno, come chiesto loro da Matteo Orfini. A pochi minuti dalla nota ufficiale sul ritiro delle dimissioni, hanno lasciato il vicesindaco Marco Causi e gli assessori Stefano Esposito, Alfonso Sabella, Luigina Di Liegro e Marco Rossi Doria. Pronti alle dimissioni dopo la giunta di questa sera anche gli assessori Maurizio Pucci e Giovanni Marinelli.

Marino ha annunciato l’intenzione di richiedere alla presidente del Consiglio comunale capitolino, Valeria Baglio, “una discussione aperta, franca e trasparente nell’aula Giulio Cesare. Sono assolutamente pronto a confrontarmi con la mia maggioranza e a illustrare quanto fatto, le cose positive, gli errori, la visione per il futuro”.

Interpellato dai cronisti in questi giorni Marino aveva sempre glissato. “Sto riflettendo”, rispondeva, mentre la città, la capitale italiana, già sconvolta dall’inchiesta Mafia Capitale, invasa dai rifiuti e paralizzata dagli scioperi e dai guasti dei mezzi dell’Atac restava con un sindaco dimissionario e forse no. Il balletto è andato avanti per giorni, quando già mercoledì i suoi sostenitori, che domenica mattina si erano dati appuntamento sotto il Campidoglio per fargli sentire il loro sostegno, erano certi che le averebbe ritirate.

A nulla sono servite le pressioni del Pd, a nulla è valsa la cena a sorpresa mercoledì sera a casa del vicesindaco Marco Causi voluta dal commissario del Pd romano Matteo Orfini. Nel giorno in cui il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, torna dal suo viaggio in Sud America si ritrova ancora Marino a Palazzo Senatorio.

Ed ora i diciannove consiglieri del Pd si dimetteranno, come chiesto da Orfini stesso, che subodorava il passo indietro del sindaco-chirurgo. Le loro dimissioni sono attese per domani (venerdì 3o ottobre). Che Marino perda la sua giunta e che sia costretto ad andarsene. Per arrivare allo scioglimento del consiglio comunale, però servono le dimissioni di altri sei consiglieri, per arrivare a 25 su 48. I numeri per far cadere l’Aula, però, sembra ci siano. Infatti lascerebbero volentieri almeno altri sei consiglieri: due della maggioranza e cioè Daniele Parrucci (Centro democratico) e Svetlana Celli (Lista Marino) più cinque dell’opposizione, Roberto Cantiani (Gruppo Pdl), Alfio Marchini e Alessandro Onorato (lista Marchini) e Sveva Belviso (Altra destra).

Altri voti utili potrebbero arrivare dai due consiglieri di Fratelli d’Italia, da Roberto Cantiani di Ncd, dall’ex sindaco Gianni Alemanno, da Marco Pomarici di Noi con Salvini, da Alessandro Cochi del Gruppo Misto, e dai fittiani Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato. Hanno invece dichiarato pubblicamente il consenso al primo cittadino i 4 consiglieri di Sel e 4 della sua lista civica. M5s invece, dopo aver deciso di non dimettersi dall’Aula per aiutare il Pd, ha lanciato l’hastag “#VotiamoliVia!” spiegando che per sfiduciare Marino basta votare la loro mozione.

“Sono certo che il nostro operato abbia con fatica raggiunto l’obiettivo di ripristinare legalità e trasparenza” scrive intanto Ignazio Marino nella lettera con cui ritira le dimissioni. Nella missiva parla dell'”attesa di verificare la sussistenza delle condizioni politico-amministrative che permettano la prosecuzione del mandato”.

Il Pd dal canto suo, nella serata ha convocato una riunione al Nazareno a cui hanno partecipato il commissario Matteo Orfini e il Capogruppo Pd Fabrizio Panecaldo. Nella riunione è emersa la decisione di presentare le dimissioni dei consiglieri comunali del Pd: “Con senso di responsabilità nei confronti dei romani e di Roma che non merita il protrarsi di questa penosa attesa siamo uniti e determinati a dare alla Capitale da domani un nuovo inizio. Dalla riunione al Nazareno viene fuori un percorso chiaro, trasparente, rispettoso nei confronti del futuro di Roma”.

“Domani Roma volta pagina – aggiungono – e non perché lo ha deciso questo o quel partito, ma perché, andando oltre egoismi e personalismi, la nostra città merita affidabilità, governo quotidiano e una rinascita civica su cui lavoreremo da subito”. Un nuovo inizio è necessario, spiegano, “per fare chiarezza una volta per tutte e per mettere in condizione la città di affrontare con serenità un quotidiano da troppo tempo trascurato e la straordinarietà di un grande appuntamento come il Giubileo che sarà un momento di rinascita per la città, sull’esempio milanese di Expo”.

“Spiace che Ignazio Marino oggi abbia vanificato uno sforzo comune per individuare soluzioni che avessero al centro la città e non i destini personali”, proseguiono Orfini e Panecaldo. “Così – aggiungono – non è stato, con un inspiegabile arbitrio e un’idea di Roma come di una proprietà privata, che non è giusta e corretta nei confronti dei cittadini”.