Mario Adinolfi: “Ramy? Salvini ha seguito il vento dell’opinione pubblica. Non andrà lontano”

di Daniela Lauria
Pubblicato il 27 Marzo 2019 - 15:58 OLTRE 6 MESI FA
Mario Adinolfi: "Ramy? Salvini ha seguito il vento dell'opinione pubblica. Non andrà lontano"

Mario Adinolfi: “Ramy? Salvini ha seguito il vento dell’opinione pubblica. Non andrà lontano”

ROMA – “Matteo Salvini ha seguito il vento dell’opinione pubblica, così non andrà lontano”. Ne è convinto Mario Adinolfi che in un’intervista a Radio Cusano Campus interpreta così il caso della cittadinanza concessa al giovane Ramy, il ragazzino eroe di San Donato Milanese che ha concorso a salvare i suoi compagni dal bus dirottato e dato alle fiamme da Sy Ousseynou.

Intervenendo ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, la trasmissione condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti, Adinolfi spiega che a suo avviso la faccenda andava risolta prima, senza farne una “questione ideologica”.  

“Si poteva risolvere dando subito la cittadinanza a Rami e ad Adam – ha detto – invece la politica ha fatto entrare l’ideologia in una questione che era solo di buonsenso. Salvini ha ragionato non su cosa è giusto, ma su cosa gli conveniva fare. Ha seguito il vento dell’opinione pubblica. Anche la sinistra anziché pensare a Rami e Adam ha colto l’occasione per riaprire il dibattito sullo ius soli. C’è stata prima la speculazione politica e di conseguenza quella televisiva. Comunque alla fine la vicenda si è conclusa bene”.

Il leader del Popolo della Famiglia coglie nella vicenda un segnale dei tempi: “La politica prima non inseguiva la moda, aveva anche una funzione pedagogica. I dirigenti tendevano ad educare il proprio popolo, non si sarebbero mai sognati di inseguire ogni singolo dato dell’attualità che generi reazioni emotive. Come ieri che al Costanzo Show si è fatto fare l’autografo da Mahmood dopo averlo criticato. Non si va lontano così”. Adinolfi non manca di soffermarsi su un tema a lui caro, cioè l’aborto: “Anche sull’aborto (Salvini, ndr) ha fatto avanzare quella proposta sull’adottabilità del concepito, ma contemporaneamente ha detto che l’aborto non si tocca”.

Nel corso dell’intervista c’è spazio anche per Cesare Battisti e sulla sua confessione: “Fra due giorni ricomincerà Gomorra, hanno fatto fiction sulla banda della Magliana, sul 1993, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontare gli anni del terrorismo in Italia – sostiene Adinolfi – Quelle stagioni sono state completamente dimenticate ed è stato costruito un meccanismo per cui tutti i terroristi sono stati agevolati, liberati dal carcere in un clima di incredibile sostegno alle loro vicende umane”.

“Questo ha riguardato anche Battisti – prosegue – C’erano giornalisti e scrittori che firmavano appelli e dicevano che non c’erano prove degli omicidi di Battisti. O non hanno letto minimamente le carte, oppure c’era la necessità di costruire un’aurea innocentista che permettesse a Battisti di stare tranquillo dove stava e a tutti i terroristi italiani di essere liberi. Sostanzialmente quei terroristi sono tutti a piede libero. Quelli della strage di Bologna sono entrati in carcere nell’82 e sono usciti nel ’95, in quale altro Paese del mondo succederebbe? Quello che ha sparato in testa a Walter Tobagi ha fatto tre giorni di carcere”.

Fonte: Radio Cusano Campus