Mario Capanna “cancellato” da Sallusti. La sua lettera al Giornale

Pubblicato il 22 Dicembre 2010 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

Mario Capanna

”Caro Direttore, ‘il Giornale’ non ha pubblicato, lunedì 20 dicembre, la mia rubrica Sottosopra. Avresti potuto avvisarmi con una telefonata il giorno prima, come si usa fra persone civili (è evidente che uno di noi due non lo è)”.

Cosi’ Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici, scrive ad Alessandro Sallusti, nuovo direttore de Il Giornale dopo il ritorno di Vittorio Feltri a Libero, in una lettera inviata stamattina al quotidiano.

”Alla mia domanda circa la motivazione che ti aveva spinto alla soppressione della rubrica – continua Capanna – hai risposto ‘Nessuna’. Bravo! Così si comporta un autarca, degno emulo del suo padrone”.

La collaborazione settimanale di Mario Capanna con ‘il Giornale’ era cominciata circa un anno fa sotto la direzione di Vittorio Feltri, che aveva garantito all’ex leader del ’68, ora presidente della Fondazione Diritti Genetici e impegnato sul fronte della biotecnologie, la massima libertà di espressione.

Dalla politica all’attualità, dagli Ogm alla cultura, tanti sono stati gli argomenti trattati nella rubrica ogni lunedi’, che hanno raccolto critiche ma anche consensi tra i lettori de Il Giornale, stando alle numerose e-mail che Capanna racconta di aver ricevuto ogni settimana.

L’ultimo articolo inviato al quotidiano e non pubblicato era dedicato a una riflessione di Emanuele Severino, secondo il quale ”il politico democratico non può non mentire”. Capanna dissentiva garbatamente dal suo maestro dei tempi della Cattolica di Milano, ricordandogli che, se il politico democratico è colui che coglie l’interesse generale anziché il proprio, allora può tornare a pensare che ”l’onestà è la miglior politica”, citazione da Kant con cui Capanna concludeva la sua rubrica suggerendo che queste parole ”dovrebbero campeggiare con caratteri cubitali agli ingressi di Camera, Senato e Palazzo Chigi. E dovrebbero essere scolpite nel cuore e nella mente di ogni persona”.

”Sottosopra era l’unica voce fuori dal coro: adesso canterete all’unisono. Non vorrei essere nei vostri panni”, conclude Capanna nella sua lettera a Sallusti. E si rivolge ai lettori del Giornale, ”molti dei quali – scrive – mi hanno dimostrato che, a destra, non tutti hanno perso la trebisonda. Li ringrazio e li saluto con rispetto”.