Governo Draghi, Meloni vuole voto, Salvini dialogare. Di Maio: “Noi compatti”. Franceschini a M5s: “Sostenetelo”

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 3 Febbraio 2021 - 21:12 OLTRE 6 MESI FA
mari odraghi ansa

Mario Draghi (nella foto Ansa), al via le consultazioni. Meloni vuole il voto, Salvini dialogare. Di Maio: “M5s resti compatto”

Mario Draghi si sta preparando alle consultazioni con le forze politiche dopo aver accettato con riserva l’incarico di formare un nuovo Governo. Dovrebbe cominciarle nel pomeriggio di domani, giovedì 4 febbraio, in uno studio di Montecitorio.

Nel frattempo, il presidente del Consiglio incaricato ha fatto rientro in Umbria, a Città della Pieve, dove sta profilando il quadro degli incontri.

Prima di incontrare i presidenti di Senato e Camera Casellati e Fico e poi raggiungere a Palazzo Chigi Giuseppe Conte che gli avrebbe detto esplicitamente di non voler fare il ministro nel nuovo governo, Draghi si è detto “consapevole dell’emergenza” ma “fiducioso nel dialogo con i partiti, i gruppi parlamentari, le parti sociali”.

Governo Draghi, chi lo appoggerà e chi no

Il grande dilemma è se l’ex presidente della Bce avrà o meno la maggioranza. 

M5s si è riunito ed ha detto di essere compatto nelle scelte. All‘assemblea congiunta dei gruppi è arrivato il messaggio netto di Beppe Grillo: “Leali a Conte”.

Queste invece le parole di Di Maio: “Le regole della democrazia sono molto chiare. E credo che la via democratica alla ricostruzione dell’Italia, in virtù anche del lavoro svolto fino ad oggi, dell’impegno profuso, dei risultati ottenuti, sia quella di un governo politico”.

“La volontà popolare è rappresentata dalle forze parlamentari, il cui mandato ricevuto dagli elettori non è stato quello di un governo tecnico ma, lo ribadisco, è stato quello di proporre un governo politico al Paese che rispondesse alle esigenze degli italiani”.

Ancora Di Maio che nel pomeriggio aveva detto che quello di Draghi sarebbe stato un Governo con Pd e Lega insieme: “Ricordiamo che nel 2018 abbiamo preso il 33% dei voti e in Parlamento siamo la forza politica più grande, siamo determinanti”.

Ora dobbiamo mostrarci compatti. Molti scommettono su una nostra scissione, sono anni che ne raccontano, mentre a scindersi sono stati altri. Noi dobbiamo reagire con forza e sangue freddo. Chiedo unità a tutti, compattezza a tutto il Movimento. Nessuno pensi di dividerci”.

Di Battista: “Le pressioni saranno fortissime. Vi accuseranno di tutto”

Di Battista sempre del Movimento 5 Stelle, pur non sedendo in Parlamento ha ribadito il suo no a quello che chiama il governo dell’establishment. In serata, con un post su Facebook ha scritto: 

“Le pressioni saranno fortissime. Vi accuseranno di tutto. Di essere artefici dello spread. Di irresponsabilità. Di blasfemia perché davanti all’Apostolo Draghi non vi siete genuflessi”.

“Voi non cedete. Questa ‘manovra’ è stata pensata ad hoc per indebolire il Movimento e plasmare il Recovery ad immagine e somiglianza di Confindustria”.

“Non cedete. Dovranno farcela con le loro forze, non con il nostro avallo. La linea era chiara ed era sostenuta dalla maggior parte degli italiani: Sì Conte Presidente del Consiglio e NO Renzi al governo”.

“Qualsiasi sostegno (diretto, indiretto o mascherato) ad un governo Draghi diventerebbe un NO Conte Presidente del Consiglio e Sì a Renzi. Ovvero a colui che ha creato tutto questo. È inaccettabile”.

Salvini vuole dialogare, la Meloni andare al voto

Nel centrodestra, Forza Italia sembrerebbe propensa ad appoggiare Draghi anche se Berlusconi dice di voler prima sentire cosa ha da dire Draghi. Il problema è mantenere unita la coalizione.

“Se Draghi dice che si va a votare tra due anni, è chiaro che non si può”. A dirlo è il leader della Lega, Matteo Salvini, intervistato a ‘Radio Radio’.

Il leader della Lega ha proseguito: “Io non ho detto né di no né di sì a priori. In base alle risposte, prenderemo una posizione. Ma se devono esserci altri giorni o settimane persi, allora votano in tutto il mondo…” ha aggiunto. 

“Da settimane sto lavorando con riunioni e telefonate per tenere unito il centrodestra e se Conte e Casalino sono andati a casa è anche grazie alla compattezza del centrodestra”.

“Poi è chiaro che ci sono idee diverse tra gli alleati del centrodestra. Da segretario del primo partito di questo Paese, devo cercare di fare sintesi e anche oggi nella nostra riunione ho suggerito di andare ad ascoltare, a capire e valutare”.

Ancora Salvini: “Non posso dirvi stasera cosa ho deciso di votare quando non so ancora come e cosa vuole fare Draghi e con chi”.

Cheha concluso: “Siamo pronti a trattare sui temi, io personalmente vado a discutere non di temi di filosofia politica ma vado a capire che idea c’è su taglio delle tasse, apertura dei cantieri, riforma della giustizia, quota 100”.

La Meloni invece è più propensa al voto. Queste le sue parole:

“Se la data delle elezioni è certa allora si può parlare di tutto, ma escludo che Draghi si metta a disposizione per tre mesi”.

“Forse non è la persona da chiamare per questo genere di ragionamento io non parlo di niente che non sia elezioni. Disponibili a lavorare su tutto purché si vada a votare”

Giorgia Meloni lo ha detto in un intervento su La7. “Ho ribadito la posizione di FdI contraria a un nuovo governo, non condividiamo quello che sta accadendo, l’Italia non è democrazia di serie b”.

“I cittadini hanno diritto scegliere. Ribadisco che l’unica via è il voto. Il presidente del consiglio più autorevole – ha affermato la Meloni – si trova a impattare con un parlamento troppo eterogeneo per dare risposte coese ed efficaci”.

“Se ad esempio metti insieme FI e Pd che politiche verrebbe fuori sull’economia. Lo stesso si dica per la politica migratoria se metti insieme la Lega e il Pd. Io non sono favorevole alla formazione di un governo senza voto”. 

La leader di FdI, nel pomeriggio aveva proposto l’astensione di tutto il centrodestra proprio per mantenere coesa la coalizione:

“So che all’interno del centrodestra ci sono altre posizioni” aveva detto. 

Aggiungendo: “Ho proposto un mezzo passo verso l’altro con l’astensione, facciamo tutti un mezzo passo. ma solo se tutto il centrodestra fa la stessa cosa”.

“E’ già accaduto – aveva aggiunto – che pezzi del centrodestra andassero al governo con altri, a parte noi che siamo monogami. Certo, ricostruire non è mai stato facile parliamo di gente che andrebbe al governo con il Pd”.

Renzi: “Draghi è speranza. Miglior premier per l’Italia” 

In serata ha parlato anche Renzi intervistato dalla Cnn.

Queste le sue parole di elogio di Draghi: “Penso che Draghi, una personalità ammirata nel mondo, sia il miglior presidente del Consiglio per l’Italia, in particolare in questo momento”.

“E’ la speranza del Paese. In Italia le sfide sono la campagna di vaccinazione, un pil che registra il peggior risultato della storia e c’è poi il tema della scuola. Educazione, salute, economia, sono le questioni principali”.

Renzi: “Molti non hanno capito il perché della crisi”

Perché aprire la crisi di governo? “Se sei un politico con una visione, non puoi seguire i sondaggi giorno dopo giorno, ma hai la responsabilità, il dovere di pensare al futuro” ha aggiunto Renzi alla Cnn.

L’Italia è un grande Paese ma ha bisogno di visione per uscire dalla crisi. Se si continuasse con la strategia del giorno per giorno, non saremmo in grado di uscire dalla crisi”.

“Molti, anche tra i miei amici e nella mia famiglia, non hanno capito perché aprire la crisi adesso, ma io penso che fosse proprio questo il momento, per trovare la via d’uscita dalla crisi: Draghi sarà in grado di farlo”.  

Zingaretti (Pd): “Draghi può portare l’Italia fuori dall’incertezza”

Il Pd sembra invece intenzionato ad appoggiare Draghi pur con qualche distinguo. “E’ una personalità di grande prestigio, una forza e una risorsa apprezzata nel mondo e credo che può portare l’Italia fuori dall’ incertezza determinata dalla crisi di governo” ha detto il leader Zingaretti alla web radio del Pd.

“Oggi ha posto i temi in maniera corretta rivolgendosi al parlamento, ai partiti, alla politica e alle forze sociali per trovare insieme le risposte. Vedremo ma sicuramento è una personalità che ha cominciato a interloquire in modo corretto” ha aggiunto il segretario del Pd.

In serata vertice Pd-M5s-LeU

Gli ex alleati di governo (senza Renzi) cercano intanto di avere una posizione unitaria. Per questa ragione, in serata è cominciato un incontro da remoto tra le delegazioni del Pd, del M5S e di Leu.

Per il Pd sono presenti il segretario Zingaretti, il vicesegretario Orlando, il capodelegazione Franceschini, i capigruppo Delrio e Marcucci, la presidente Cuppi.

Per la delegazione di Leu sono presenti Fratoianni, De Petris, Fornaro, Scotto. Per il M5S  Crimi, Cioffi, Licheri, Crippa e Ricciardi.

Prima dell’incontro, Dario Franceschini aveva chiesto esplicitamente ai Cinque stelle di sostenere il Governo dell’ex presidente della Bce:

“Capisco che è un percorso stretto perché ho visto da vicino le diverse anime del Movimento, ma penso che sia possibile dare una risposta positiva a Mattarella, senza far saltare la prospettiva di una alleanza tra di noi che avrebbe come conseguenza da un lato di bloccare l’evoluzione verso una cultura di governo dei Cinque Stelle e dall’altro di arrivare separati al voto con questa legge elettorale”.