Monti a Rimini: “Vedo la fine della crisi. Ma i giovani hanno pagato troppo”

Pubblicato il 19 Agosto 2012 - 18:30 OLTRE 6 MESI FA
Mario Monti (Foto Ansa)

RIMINI – “Vedo avvicinarsi la fine della crisi”: così Mario Monti parlando al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini ammette di vedere una luce in fondo al tunnel. Anzi, si domanda: “Ma siamo veramente in crisi? Un anno fa pensavamo meno di oggi di essere in crisi ma credo che lo fossimo di più perché non era ancora avvenuto nel nostro pensare individuale e collettivo un balzo che in questo periodo ci ha fatto ragionare più approfonditamente sulla condizione dell’Italia e su cosa va fatto e può essere fatto”. Un discorso ispirato col quale dice “stop al corporativismo” e assicura: “Sulla giustizia, discussione serena”.

Pacato, sobrio, sereno, il premier di rientro dalle vacanze ha portato alla kermesse di Rimini una ventata di positività. Davanti alla platea ciellina Monti ha ribadito gli impegni del suo governo: “Contro l’evasione fiscale che fa parte del recupero della fiducia dei cittadini verso lo Stato. E non può considerarsi un’azione sgradevole”. Poi c’è la questione Rai che, secondo Monti, “deve essere indipendente prima di tutto dal presidente del Consiglio”. E un richiamo espressamente va ai giornalisti: “Mi permetto però di dare un suggerimento amichevole: non si usi più l’aggettivo furbi nei Tg per parlare di evasori fiscali. Non si possono trasmettere, neanche in modo subliminale, modelli che distruggono la società”.

Entrando nel merito delle riforme fatte, ha detto: “Mai abbiamo pensato che le riforme fatte con intensità in questi mesi, lavoro, pensioni, spending review, liberalizzazioni, facessero partire immediatamente la crescita. Quello che invece speravamo è che l’insieme di queste riforme desse luogo ad una riduzione dei tassi di interesse più rapidamente di come sta avvenendo”. “Spero che quando fra un po’ di tempo si guarderà al lavoro che il governo, con il Parlamento e la società italiana, ha fatto – ha aggiunto – si possano vedere non solo il fatto che il nostro Paese non sia scivolato a sud-est, per avvicinarsi a un altro grandissimo paese d’Europa oggi in difficoltà, ma anche perché si stanno mettendo semi per rendere la società italiana più normale, più guardabile in faccia e più ispiratrice di fiducia”.

L’euro è come la madonnina del Duomo di Milano. La tragedia, per Monti, sarebbe se l’euro, inteso “come simbolo, come la madonnina sul Duomo, come direbbe un milanese, come il coronamento del sogno di integrazione e unità, diventasse, per incapacità nostra, un fattore di disgregazione, di nascita o di riinsorgenza di pregiudizi del Nord contro il Sud, del Sud contro il Nord e via dicendo. Sarebbe un rischio grave, non un fatto tecnico”.

Una generazione che sta pagano troppo. Tornando al tema dell’incontro inaugurale, sui giovani e la crescita economica, il presidente del Consiglio ha detto: “Ho parlato di generazione perduta, non so se pentirmi ma credo di non aver fatto altro che constatare con crudezza la realtà che è davanti agli occhi di tutti: lo sperpero di un’intera generazione, conseguenza della gravissima scarsa lungimiranza, e non parlo di nessun governo in particolare, di chi nel passato non ha onorato gli impegni con i giovani. Un’intera generazione sta pagando conto salatissimo”.

Il miracolo Abc. Parlando della situazione politica italiana, il premier ha spiegato che “questo non è un momento di grande popolarità per le forze politiche in Italia ed altrove. Ma noi assistiamo al compiersi di un miracolo quotidiano, soprattutto da parte di tre forze politiche: negli ultimi anni hanno dedicato grande attenzione, tempo e risorse a combattersi, e non era facile prevedere che quelle stesse forze avrebbero avuto un soprassalto di responsabilità”.

“Non era prevedibile che sarebbe stato possibile ricondurre quelle forze politiche a prendere responsabilmente decisioni come quelle che erano state rinviate per decenni”, spiega Monti, che puntualizza: ”Crisi sarebbe stato lasciare andare avanti le cose senza modificarle. Ma così non è stato”.

In tema di giustizia il Governo sta facendo cambiamenti. ”Sono in corso molti cambiamenti. Il ministro Severino, nell’ambito del Governo e in strettissima collaborazione col Parlamento, al quale toccano le decisioni finali, sta molto facendo per rendere la giustizia meglio funzionante, fattore di spinta per l’Italia e non di pesantezza anti competitiva. Poi ci sono temi molto delicati che il Governo tuttavia deve affrontare e li stiamo affrontando serenamente”, ha concluso Monti.