L’ex deputato Mario Sberna: “Sono salvo grazie all’ossigeno tolto a un 84enne”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Giugno 2020 - 15:59 OLTRE 6 MESI FA
L'ex deputato Mario Sberna: "Sono salvo grazie all'ossigeno tolto a un 84enne"

L’ex deputato Mario Sberna: “Sono salvo grazie all’ossigeno tolto a un 84enne” (Foto Ansa)

ROMA – “Sono salvo grazie all’ossigeno tolto a un 84enne. Era un inferno”. L’ex deputato Mario Sberna racconta al Corriere della Sera quanto accaduto dopo aver contratto il covid. I sintomi sono cominciati il 7 marzo, con febbre alta e mal di gola. Su insistenza del medico, ha raggiunto l’ospedale di Brescia, dove “ho vissuto quattro giorni d’inferno”.

Al Corriere della Sera Sberna racconta: “Eravamo in trenta malati e c’erano solo tre bombole d’ossigeno. Vicino a me c’era un’84enne di Mantova attaccato al respiratore. Mi diceva che non vedeva l’ora di tornare a casa per cucinare il risotto con la salamella ai suoi nipoti.

Una notte è peggiorato, l’hanno caricato su un’ambulanza e hanno dato a me la sua bombola (piange). Poi ricordo il freddo cane: le porte erano sempre spalancate. ‘Deve circolare l’aria”’ ci dicevano. Ma non avevamo coperte. Non c’era cibo. Passavano quei santi degli infermieri a darci un pacchetto di crackers, dei grissini o uno yogurt.

C’era un solo bagno per tutti quei malati, molti dei quali avevano dissenteria e vomito, come me. Un bagno in condizioni vergognose anche in tempi di pace, figurarsi in tempi di Covid. Non hanno aggiunto nemmeno una toilette chimica”.

L’ex deputato, eletto alla Camera nel 2013 con Scelta Civica e poi passato a Democrazia Solidale, sottolinea l’impegno degli infermieri, ma punta il dito contro la dirigenza dell’ospedale.

“Io ho sempre vissuto nel mondo missionario e per la prima volta mi sono sentito povero. Nella mia Brescia, non in Africa. C’è stato un momento che mi sono sentito morire.

La senti eccome la morte, quanto arriva. Sa qual è stata la differenza tra la fine della mia vita terrena e il prendere coscienza che il Signore ha ascoltato le mie preghiere? Una bombola d’ossigeno”. (Fonte Il Corriere della Sera)