ROMA – Il giovane Mario Vattani, deferito il 30 dicembre dal ministro degli Esteri Giulio Terzi per i concerti “fascio-rock” al centro sociale di estrema destra Casapound, non è nuovo alle polemiche.
Sul sito della rappresentanza diplomatica italiana c’è il suo curriculum “ufficiale”: Vattani alla guida dell’ufficio economico commerciale all’ambasciata di Tokyo, poi consigliere diplomatico di Gianni Alemanno quando questi era ministro delle politiche agricole e forestali, quindi console d’Italia al Cairo.
Nato nel 1966, con una formazione internazionale resa possibile anche dal noto padre Umberto, diplomatico tra i più importanti d’Italia, Vattani junior è entrato nella carriera diplomatica nel 1991.
Già all’epoca era un leader della musica identitaria, che si esibiva agli incontri di estrema destra prima con gli “Intolleranza” e poi con i “Sotto fascia semplice”.
Vattani junior ha anche militato nel Fronte della Gioventù, ed è finito sui giornali per alcuni scontri con giovani di sinistra, episodi dai quali è stato prosciolto.
Racconta nella canzone “Ancora in piedi” quando, dopo essere stato picchiato nella facoltà di Scienze Politiche a Roma, si è vendicato dei suoi aggressori: “Siamo tornati col Matto e con Sergio, siamo passati dalla porta di dietro. Vicino ai cessi dalla parte dell’aula quarta c’era il bastardo che mi aveva aggredito. L’abbiamo messo per terra e cercava di scappare, ma è rimasto appeso a una maniglia. Gli ho dato tanti di quei calci, ed era tanta la rabbia, che mi sono quasi storto una caviglia”.