Marrazzo, dimissioni vicine. Le domande senza risposta: il ruolo di Berlusconi e la trattativa per il video

Pubblicato il 27 Ottobre 2009 - 12:53 OLTRE 6 MESI FA

Piero Marrazzo

Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo sarebbe sul punto di rassegnare le dimissioni. Dopo l’autosospensione e il ritiro spirituale in convento, infatti, l’addio alla presidenza potrebbe arrivare già in giornata.  A una settimana dall’esplosione dello scandalo, però, le domande senza risposta sono ancora numerose.

Prima di tutto il ruolo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Di sicuro c’è solo la telefonata, ammessa dall’entourage del premier, e raccontata da Marrazzo agli investigatori. Una sola chiamata, fatta per rassicurare il Governatore sull’intenzione di non acquistare e diffondere il video, e metterlo in contatto con lo studio Photo Masi di Milano con cui Marrazzo avrebbe pattuito 20.000 euro per rientrare in possesso del filmato compromettente.

Luca Petrucci, l’avvocato del presidente della Regione, conferma la versione: « La telefonata c’è stata. Berlusconi si impegnò a non pubblicare, e rassicurò Piero, che in quel momento era disperato, sul fatto che, in ogni caso, avrebbe incaricato i “suoi” spazza immondizia di far comunque sparire il video dalla circolazione. La cosa, evidentemente, lo sollevò. Che poteva fare? Dire di no? E’ stato un errore, certo. Si consegnava a un potenziale ricatto politico. Ma in quei frangenti credo che quel comportamento sia comprensibile, umano…. Una cosa è sicura. Piero, dopo la telefonata di Berlusconi, non si mosse in alcun modo per avviare una trattativa con chi aveva quel video».

Ma altri elementi smentiscono questa ricostruzione: qualche giorno dopo il colloquio con il premier, il 21 ottobre,  Marrazzo è ospite di un convegno organizzato dal Pd. Il quotidiano La Repubblica racconta di una fonte anonima che spiega che, proprio quella mattina, il governatore avrebbe ricevuto un’altra telefonata dal premier. Una chiacchierata di un quarto d’ora da cui Marrazzo sarebbe ritornato scuro in volto al punto da far pensare ai presenti che avesse un malore».

Se così fosse, cosa ha detto Berlusconi a Marrazzo? Forse che la situazione stava per precipitare visto che, proprio quella mattina, i carabinieri irrompono nella Photo Masi e sequestrano il video.

Da chiarire anche, tutta la “trattativa” tra il governatore e Carla Masi, la titolare dello studio fotografico. Il settimanale Oggi intervista proprio la Masi che conferma tutto. Marrazzo, infatti, avrebbe chiuso la telefonata con un eloquente: «Manderò un legale per firmare il contratto». Transazione da 200.000 euro anche altri parlano di 90.000 e la Masi si rifiuta di parlare di cifre,   resa impossibile dal blitz dei carabinieri.  La Masi spiega che la telefonata di Marrazzo le era stata preannunciata da «un giornalista della Mondadori».

Ma non è chiaro, soprattutto, come il Governatore potesse sentirsi al sicuro acquistando il video. Soprattutto perchè i carabinieri coinvolti nel ricatto avevano in mano tre assegni uno da 10000 euro e due da 5000 euro. Anche acquistando il filmato, insomma, come poteva pensare Marrazzo di chiudere la partita anche con i Carabinieri?