Marta Grande, la Pivetti grillina. Ma con la prima non finì benissimo

Pubblicato il 27 Febbraio 2013 - 13:05| Aggiornato il 11 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Marta Grande potrebbe essere l’Irene Pivetti del Movimento 5 Stelle. Al momento è lei la favorita a diventare presidente della Camera. A 25 anni è la più giovane parlamentare di questa legislatura. Meglio dei 31 della Pivetti quando, nel ’94, diventò presidente di Montecitorio. Poi è finita in televisione a commentare se le labbra di una qualsiasi “miss sconosciuta” erano state rifatte bene o male. Involuzione politica della ex giovane promessa leghista.

Bersani ha detto, tra le righe, che potrebbe proporre a Grillo la presidenza della Camera. Dicono i soliti bene informati (vedi Francesco Bei su Repubblica) che quelli del Pd hanno messo gli occhi sulla ragazza. Lei, Marta, si è messa in luce nella lunga giornata elettorale. E’ lei che il Movimento ha investito per andare a leggere i risultati in tv. Un risultato lo ha ottenuto, pare: quelli del Pd l’hanno eletta a “preferita” nel caso veramente la presidenza di Montecitorio andasse a un grillino. Terza carica dello Stato a una donna, così come potrebbe essere la seconda: i soliti “rumors di Palazzo” danno Anna Finocchiaro per favorita alla presidenza del Senato.

Chi è Marta Grande

Nata a Civitavecchia, studia Relazioni internazionali all’Università di Roma Tre. Ma nel nel 2009 si era già laureata in Lingue e commercio internazionale all’Università dell’Alabama.

Il suo impegno politico è recente: nel 2012 entra nel Movimento 5Stelle. Subito si candida alle parlamentarie: nella circoscrizione Lazio 1 arriva seconda. Non male per la candidata più giovane del Movimento. Risultato che le ha dato diritto alla seconda posizione in lista.

Irene Pivetti: da Montecitorio alla tv

Irene Pivetti prometteva bene: nel 1994, a 31 anni, entra in Parlamento, eletta con la Lega. E diventa presidente della Camera: prima di lei solo un’altra donna aveva avuto questo onore. Nilde Jotti. Diventa subito celebre, con i suoi modi educati (così diversi da quelli di molti suoi compagni leghisti) e i suoi abiti casti color pastello.

Nel ’96, dopo la rielezione tra le fila del Carroccio, Irene Pivetti viene espulsa: contraria alla linea secessionista, è ritenuta troppo poco “ortodossa” dai vertici del partito. Comincia una peregrinazione tra i partiti del centro che la porta fino all’Udeur.

Poi, la svolta: all’alba del nuovo Millennio la Pivetti cambia look. Abbigliamento sadomaso, capello corto e aggressivo, annuncia di aver cambiato vita. Va in televisione, dove conduce programmi come, appunto, Bisturi: dove i concorrenti, infelici del proprio aspetto, si sottopongono a qualsiasi tipo di intervento di chirurgia plastica. Lei commenta.

Nel frattempo torna in politica: assessore a Berceto e Reggio Calabria, nel 2013 si candida nel Lazio con i Cristiano Popolari. E resta fuori. Com’è lontana Montecitorio.