Massimo D’Alema: “Renzi come Virna Lisi con quella bocca può dire ciò che vuole”

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Ottobre 2013 - 11:39 OLTRE 6 MESI FA
Massimo D'Alema: "Renzi come la Lisi, con quella bocca può dire ciò che vuole"

Massimo D’Alema (Foto Lapresse)

ROMA – Renzi povero di contenuti, come quel carosello del 1958 con Virna Lisi: “Con quella bocca può dire ciò che vuole“. Così Massimo D’Alema torna all’attacco su Matteo Renzi, in un’intervista che detta il titolo di apertura del quotidiano il Mattino.  “Non mi pare che al successo mediatico di Renzi corrisponda una straordinaria ricchezza e novità di contenuti”, è l’affondo dell’ex premier che scomoda uno dei volti più incantevoli del cinema italiano per colpire il post rottamatore. “Renzi – dice – mi ricorda un po’ quella pubblicità con Virna Lisi, ‘con quella bocca può dire ciò che vuole’. Salvo poi dimenticare che in gran parte le cose che ha detto a Firenze sono patrimonio consolidato del Pd”.

Il riferimento è a un Carosello del 1958 che pubblicizzava il dentifricio Chlorodont. Una bellissima Virna Lisi, nei panni di una moglie che smascherava continuamente le panzane del marito e quando chiedeva se avesse detto qualcosa di sbagliato, si sentiva rispondere che lei con quella bocca poteva dire ciò che voleva.

Secondo D’Alema poi, “non è affatto scontata” la premiership per il sindaco di Firenze qualora diventi segretario: ”Può darsi – dice – che possa sorgere un’altra candidatura, che qualcuno cioè voglia sfidarlo proprio com’è successo tra Bersani e lui”. E Renzi ”non potrà sottrarsi a questa sfida, tanto più che andremo alle elezioni con una coalizione, non certo da soli”. Per l’ex premier, infatti, il Pd ”non può avere la presunzione di andare al voto da solo” e oltre a Sel, D’Alema immagina una coalizione ”ampia”, che raccolga ”anche forze di centro e della società civile”.

La tenuta del governo, comunque, non dipende dal sindaco di Firenze ma ”da quella parte del Pdl che non vuole far cessare anticipatamente l’esperienza Letta. Se quella parte non tiene, non c’è Renzi che tenga”.

Sul tema giustizia, D’Alema si aspettava dal post-rottamatore “qualche spiegazione in più. C’è stato un eccesso del ricorso alla carcerazione preventiva. Sono per la piena salvaguardia dell’indipendenza e autonomia della magistratura, che però deve fare una valutazione attenta della professionalità dei pm nel considerare gli avanzamenti di carriera”.

Quanto a Silvio Berlusconi,  D’Alema ritiene “che dovrebbe saggiamente dimettersi da parlamentare. Questo non gli impedirebbe di esercitare un ruolo politico ma toglierebbe da disagi e imbarazzi il Parlamento ed eviterebbe questa inutile drammatizzazione. Io sono uscito dal Parlamento per… reati meno gravi – essere un leader della sinistra – e, come vede, questo non mi impedisce di occuparmi ancora di politica”.