Mattarella chiede “ritiro truppe occupanti”. Tifosi scozzesi cantano inno ucraino. Asse Salvini-Santoro-Travaglio

Mattarella, capo dello Stato, chiede "ritiro truppe occupanti". Salvini e Conte, leader di partiti della maggioranza di governo, sottraggono l?italia a questo schierarsi con l'Ucraina. Asse Salvini-Travaglio-Santoro contro il "bellicista" Draghi.

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 3 Giugno 2022 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA
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Mattarella chiede “ritiro truppe occupanti”. Tifosi scozzesi cantano inno ucraino. Asse Salvini-Santoro-Travaglio (foto Ansa)

Sergio Mattarella è il Presidente della Repubblica italiana, non un dichiarante qualsiasi su social o agenzie di stampa e, come capo dello Stato italiano, ha collocato con parole nettissime l’Italia su questa e non altra posizione internazionale: “Ritiro delle truppe occupanti”. Più chiaro di così…Russia che occupa militarmente l’Ucraina, truppe occupanti da ritirare come condizione di pace. Pace non equivalente a Russia che si tiene quanto di Ucraina si è già presa con le armi, anzi con l’invasione. Più chiaro e ufficiale di così…

Da Mattarella a Glasgow

La Scozia, i tifosi della Scozia, che c’entrano mai con Mattarella? L’altro giorno si giocava una partita di qualificazione ai Mondiali di calcio, appunto Scozia-Ucraina. I tifosi, gli ultrà, le Curve del tifo scozzese cosa hanno organizzato? Hanno preparato, cantandolo in ucraino, l’inno appunto dell’Ucraina. L’hanno cantato come dichiarazione di schieramento, per dire con chi stanno: con l’Ucraina aggredita e non semplicemente con fine della guerra come che sia basta che finisca. Possibile, pensabile una scena del genere in Italia? Impossibile, impensabile.

Il ritiro del caro benzina e bollette

Da noi sentire prevalente anche se non dominante è che la guerra sia un dannato ingombro. Ingombro alla vita di prima, quindi la guerra come qualcosa da rimuovere, non qualcosa nella quale schierarsi. Il ritiro del caro benzina e bollette e non certo quello delle truppe occupanti è ciò che, nella migliore delle ipotesi, anima azioni e pensieri di Giuseppe Conte, Matteo Salvini e con loro di tanta politica e ancor più pubblica opinione.

Questo pensare calcola e pensa appunto che schierarsi sia pericoloso. Valuta, equipara la pace a qualunque situazione che ci tolga fuori dai danni diretti e indiretti della guerra. Se il prezzo è un pezzo d’Ucraina alla Russia, che questo sia il prezzo. Questo pensare non prezza, non quota valore reale sul mercato socio-economico a cose come l’inviolabilità dei confini (altrui), tanto meno agli elementi che caratterizzano le democrazie liberali.

Infine queste pensare illude se stesso immaginando di potersi chiamare fuori compiacendo un po’mdi qua e un po’ di là. Detto in parole stringatamente tristi, buona parte della pubblica opinione italiana e della politica (e del talk-showismo italiano) è per scansare la guerra spegnendola dando a Putin se non tutto quel che voleva, quasi. Di qui l’opposizione a che l’Italia invii armi alla resistenza ucraina: servono a difendere confini, autodeterminazione, sistemi politici e di valore della democrazie liberali. Tutte cose che per molti valgono molto meno del caro benzina e caro bollette.

Aggiungere i filo Putin 

Coloro che esplicitamente e convintamente sono con e per la Russia in questa guerra ci sono, eccome se ci sono in Italia. Li trovi tra gli ex comunisti. Ma soprattutto li trovi tra i vecchi e nuovi antipatizzanti (se non proprio hater) verso l’Unione Europea, le Banche Centrali, gli Stati…il Sistema.

Non a caso il tasso di comprensione verso Putin è altissimo tra il movimento organizzato No Vax, non a caso percorre formazioni come Italexit, non caso risulta familiare nell’album di famiglia di ogni populismo, sia quello declinato alla leghista che quello declinato alla M5S. E’ l’inesorabile equazione del nemico del mio nemico: i miei nemici sono la Ue, le democrazie liberali, le banche. la scienza, le caste, i Parlamenti, i governi…Putin picchia tutti questi e tutto questo, Putin è nemico dei miei nemici, Putin è mio amico, con o senza quasi.

Aggiungere ingenui e astuti

Matteo Salvini che va a Mosca con un piano per la pace in quattro punti, parla coi russi e risolve…Per chi avrebbe parlato Salvini? A nome dell’Ucraina, della Ue, della Nato, degli Usa, della Polonia, dei Paesi Baltici, dell’Onu o almeno solo dell’Italia? Salvini avrebbe parlato ai russi a nome della Lega. Peraltro per sostenere e garantire il contrario di quanto ha appena detto Mattarella. Diciamo che Matteo Salvini è stato animato in questa voglia di viaggio a Mosca da una visione della realtà…ingenua.

Alla domanda se Salvini ci faccia o ci sia, la risposta è ci è, non ci fa. Gli raccontano che la guerra tra Russia e Occidente combattuta in Ucraina è in fondo come quella sui balneari o sul catasto, si lima un articolo di legge qua e uno là, si fanno un sacco di tweet, magari si rinvia e nessuno si fa davvero male. Lui, Salvini, ci crede di poterlo fare, come fa in tv e sui social. Salvini ci è, genuinamente ci è. Non così Giuseppe Conte che invece ci fa. Conte ci fa a fare il pacifista/neutralista fondamentalmente per poter attaccare (possibilmente demolire) Draghi ritratto e denunciato come bellicista ( insieme a Mattarella dunque iper bellicista con il metro di Conte). Astuzia politica del capo M5S.

Per istinto e per la gloria

Se hai abitato per tutta la vita in una cultura che pure hai contribuito a costruire ed arredare, se la tua identità pubblica e forse anche privata, di certo il tuo ruolo e la tua carriera si sono identificate ed alimentate del “la gente ha sempre ragione, ogni potere è inganno e sopruso, governo e Stati sono sempre ostili se non nemici del popolo…”.

Se per anni e decenni hai detto e pensato e propagandato questo pensare fino a coincidere con esso, allora il passo che porta a diffidare delle democrazie e quindi a non schierarti a difesa delle democrazie è brevissimo. Passo brevissimo e compiuto. Compiuto in maniera naturale, d’istinto vien per dire. D’istinto e di cultura. Quindi i Michele Santoro e i Marco Travaglio che fanno asse con Salvini mancato angelo di pace a Mosca per colpa della “repressione bellicista” non sono una sorpresa. Sono coerenti con se stessi, con se stessi di tutta una vita: non stanno con il governo, l’Occidente, la Ue, i governi e gli Stati per istinto anti sistema e, va detto, anche per gloria mediatica. Devono mantenere, e lo fanno, anche fedeltà alla loro parte nella gran commedia mediatica.

Somma, aggiungi, sottrai, dividi…

Ed hai, anche stavolta, un paese ben singolare di nome Italia. Con un capo dello Stato, un governo e un Parlamento che si sono schierati con gli ucraini contro l’invasione russa, con i capi di due grandi partiti della maggioranza che sostiene al governo che pressano e agiscono per sfilarsi da questo schierarsi e posizionarsi invece con quelli che premono su Kiev perché la smetta di continuare a combattere, con gran parte della pubblica opinione abbastanza d’accordo col basta armi agli ucraini (nessuno che chieda, guarda un po’, ai russi di disarmare un po’). Un paese che attende, nel caso, di essere difeso dalla armi della Nato ma che si compiace la Nato di schifarla un po’.

Un paese che attende come dovuti i miliardi della Ue ma li considera miliardi suoi dove nessuno se non “il popolo italiano” deve mettere bocca. Un paese dove convivono allo stesso tempo un premier come Draghi che dice: “La Russia non deve vincere questa guerra, ne va di tutti noi”. E un sacco di gente, anche nota in Parlamento e in tv oltre che in strada e al bar, che chi vince la guerra poco o niente frega e importa loro, basta che guerra finisca. E che finisca caro benzina, caro bollette, inflazione. Somma e non avrai una somma. Aggiungi quelli che se vince Putin è pure meglio. Sottrai Meloni e Letta e con loro i milioni di italiani che consapevolmente stanno con l’Occidente e le democrazie liberali e ne vien fuori un paese diviso, il che  non è una novità, e la novità, pessima, di un paese a parti e interessi separati se non ostili sui fondamentali della democrazia.