Matteo Dall’Osso: “Provai a parlare con Di Maio. Non poteva, ho detto basta”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Dicembre 2018 - 11:36 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Dall'Osso: "Provai a parlare con Di Maio. Non poteva, ho detto basta"

Matteo Dall’Osso: “Provai a parlare con Di Maio. Non poteva, ho detto basta”

ROMA – Matteo Dall’Osso, deputato ex M5S ora passato a Forza Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Oggetto dell’intervista, ovvio, il suo clamoroso cambio di casacca e le polemiche che ne son seguite con la reazione stizzita dei militanti (Beppe Grillo in testa).

Riguardo il suo passaggio dal M5S a Forza Italia. “Io ho speso la mia vita per la tutela dei più deboli e dei disabili –ha affermato Dall’Osso-. In questa legge di bilancio avevo presentato un emendamento a favore dei disabili che è stato bocciato, mentre invece aveva il voto favorevole delle opposizioni. L’emendamento per migliorare la mobilità dei disabili costava 10 milioni di euro, solo a Roma c’è un passivo di 2 milioni di euro su questa vicenda. Quella era la giornata internazionale sulla disabilità, quando feci quell’appello molto commosso chiedevo ai miei colleghi del M5S di votare in cuore e in coscienza, loro hanno cambiato da parere contrario a parere favorevole, però accantonandolo, poi alla fine del vaglio di tutti gli emendamenti l’hanno bocciato”.

Di Maio vuole parlare con lui prima di decidere sulla penale. “Luigi Di Maio l’avevo cercato prima di fare la mia scelta, per spiegargli come stavano le cose. Lui non poteva, quindi basta. Voglio bene a tutti quelli del Movimento. Ho ricevuto tante critiche per la mia scelta”.

Grillo ha detto: offro il doppio di quanto gli ha offerto Berlusconi. “A Beppe voglio bene. Lui ha detto: offro il doppio della cifra che gli hanno dato. Io gli ho detto: da buon genovese te le cavi bene perché mi hanno dato zero, quindi te la caveresti solo con un po’ del tuo amore”.

Perché ho scelto Forza Italia? “Vasco Rossi cantava: “Al diavolo non si vende, si regala, con l’anima che si pente metà e metà”. Mi dicono che è un partito del diavolo, ma al diavolo non si vende, si regala. E’ stata una decisione sofferta, io ho pianto per tre notti di fila. Ho cercato di parlare con chiunque. I deputati del M5S mi scrivono: eri una bella persona, non ti parlerò più”. A Forza Italia mi hanno accolto, Mara Carfagna è molto sensibile per quanto riguarda i diritti degli ultimi. Nella scorsa legislatura abbiamo battagliato insieme per i bambini. Poi ci sono Giusy Versace, Pier Giorgio Cortellazzo, che hanno gli stessi problemi che ho io, se non di più, quindi sono sensibili a certi temi. Ho incontrato Berlusconi, è un signore. Mi ha detto: Questo nostro incontro è registrato, così lo rendiamo pubblico se qualcuno insinuerà dei dubbi sul fatto che ti ho dato soldi. Gli ho spiegato cosa voglio fare io, occuparmi dei disabili e lui mi ha detto: sì, facciamolo. Io rimarrò lì finchè i disabili non saranno tutelati. Io sono per la meritocrazia, sono un ingegnere, parlo inglese. Mi accusano di essere andato via perché ero al secondo mandato? Io lavoravo prima e potrei tornare a lavorare in azienda quando voglio”.

Sulla penale. “E’ irrilevante, perché è incostituzionale. Non è che mi spaventa perché non me lo chiederanno neanche visto il bene che loro mi vogliono e che io voglio a loro. Farò dall’opposizione quello che non hanno fatto loro. Non si è mai parlato così tanto di disabilità come da quando sono uscito dal Movimento”.