Renzi bancomat elezioni 200 mln Roma, 200 Napoli, 150 Milano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Novembre 2015 - 15:43 OLTRE 6 MESI FA
Renzi bancomat elezioni 200 mln Roma, 200 Napoli, 150 Milano

Matteo Renzi

ROMA – Un Renzi di giornata appena un po’ contrariato da quello 0,2 per cento in più di Pil del terzo trimestre dell’anno “mi aspettavo lo 0, 3 per cento…”. Contrariato appena un po’ ufficialmente e a quel che Renzi mostra. Dentro quel decimale in meno gli brucia come un’abrasione sul brecciolino, lui lo sa che solo ottimo andamento dell’economia può portargli buon risultato elettorale alle amministrative di primavera. Il resto rema tutto contro.

Tra questo “resto” insieme a molto altro c’è il caso De Luca, Vincenzo De Luca presidente della Campania e inquadrato in pieno dall’indagine su un presunto ricatto io ti do una sentenza tu mi dai una presidenza…Renzi un po’ scarta e un po’ annuncia: “Se ci saranno degli atti della magistratura ne prenderemo atto”. Vuol dire che se la magistratura va avanti con nuovi atti giudiziario nei confronti di De Luca, De Luca si deve dimettere.

Soprattutto però il Renzi odierno è un premier-bancomat. Bancomat elezioni. Arrivano impacchettati per l’occasione 200 milioni di euro per Roma. Dove, guarda caso, a primavera si vota. E 150 milioni di euro per la Terra dei Fuochi. E 50 milioni di euro per Bagnoli. Bagnoli e Terra dei Fuochi, Campania. A Napoli si vota a primavera. E si vota anche a Milano, dove arrivano 150 milioni di euro per il dopo Expo.

Lo sa Renzi che le elezioni di primavera può perdere per molte ragioni e vincerle con una ragione sola: quella del portafoglio. Ripresa del Pil, occupazione fuori dal coma, niente tasse sulla prima casa, centinaia di migliaia di lavori precari che diventano fissi e anche robuste mance elettorali sul “territorio”. O passa di qui o non passa Renzi alle urne di maggio/giugno 2016.

Di un’altra cosa infine Renzi si è ricordato, forse perché tirato suo malgrado a ricordarsene da manifestazioni e piccoli scontri in piazza qua e là in Italia. Erano gli studenti e i Cobas contro la buona scuola, quelli contro la “scuola delle gerarchie”. Renzi ha detto: 48 mila assunti, 48 mila prof che “non si sono fatti ingannare da quei sindacati che sconsigliavano di fare domanda”. Vero, il governo li ha assunti davvero i precari della scuola, i prof precari. Ma chi è stato assunto, magari già con figli, a centinaia di chilometri di distanza è un lavoratore che trova impiego o un genitore che precipita nel caos?